#SiriaIcare Non abbassare lo sguardo

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Secondo alcune stime siamo a 35.000 vittime dal 15 Marzo del 2011, data d'inizio della rivolta siriana, presto trasformatasi in guerra civile. Un esercito regolare fedele, con molte differenze al suo interno, fedele al presidente Assad, e una coalizione di opposizioni che solo recentemente ha trovato una piattaforma unitaria. Con altre questioni: la possibile escalation con la vicina Turchia, anche se Assad ne ha gran paura, e una probabile vendetta verso la minoranza curda all'interno de paese.
Sembra un copione viste già nella Libia di Gheddafi e sappiamo cosa è successo, cosa sta succedendo, ma non cosa succederà. In Siria non sappiamo nulla, notizie frammentate, dove sia i militari, sia i rivoltosi sono già accusati di crimini di guerra. Serve una linea neutrale dello sguardo, come si legge in Taccuino Siriano di Jonathan Littel, giornalista che ha raccontato la sua esperienza di un viaggio clandestino in Siria nella prima parte del 2012. Però lo sguard va tenuto altro e dritto su questa situazione, tragedia incredibile, come andrebbe tenuto sul Caucaso, dove la Cecenia è ancora una polveriera. A inchiodarci sono sempre gli occhi degli altri e specialmente dei bambini. Li sentiamo addosso e cambiamo canale. Poi ascoltiamo notizie frammentate, possibili cause, fra cui il petrolio, improbabile dato le riserve siriane sono scarse, c'è la questione strategica con l'Iran che coinvolge tutta quell'area. Il focus però non è questo, il punto centrale è che la Siria sta fumando nel suo territorio e sfumando sullo sfondo delle nostre vite. Non abbassiamo lo sguardo.