SILO: la nuova distopia sotterranea di Apple Tv

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Una volta Bennato cantava “sono solo canzonette” oggi si potrebbe dire “sono solo serie tv” indicando quanto il lavoro di scrittura della serialità non sia una cosa importante – chi la pensa in questa maniera non fa mai capire quali siano realmente le cose importanti. Sta di fatto che lo sciopero del WGA – Writers Guild of America, il sindacato che sotto la sua sigla riunisce gli autori e gli scrittori di Hollywood preoccupa anche il presidente USA Joe Biden, che si augura che si arriva ad una soluzione equa. Sarà dura visto che le trattative con le major e le piattaforme di streaming si sono interrotte su molti punti e non solo sui compensi. Sarà dura visto che gli scrittori hanno minacciato non solo di non riprendere a lavorare ma anche qualcosa di ben più grave per il pubblico: spoilerare il finale delle loro serie preferite. E anche la serie di cui parliamo oggi, SILO, corre questo rischio.

 

Intanto sono ferme le riprese della nuova stagione di Stranger Things, una delle serie più amate su tutto il “globo terracqueo”, isole comprese, proprio a causa delle migliaia di scrittori che hanno incrociato le braccia al fallimento delle contrattazioni fra le parti in causa. Altre serie ferme sono gli spin-off tratti da Il Signore degli Anelli e da Il Trono di Spade, citando quelli che hanno qualche centinaio di milioni di spettatori in tutto il mondo. Sicuramente non sono tanti quelli che conoscono il modo ed il mondo in cui viene creata e scritta una serie, un lavoro che impiega molte persone e alta professionalità e che non si ferma neanche a riprese iniziate. Naturalmente sfatiamo anche il mito che uno scrittore di serie sia rilassato al sole di Hollywood, nella sua ipotetica villa con piscina, ad attendere l’ispirazione. Una narrazione tipica del tanto ripetuto e ascoltato “e che ci vuole!” rispetto al lavoro intellettuale, ma si sa che il lavoro culturale non è considerato vero lavoro, colpa a mio avviso anche di una politica generale miope da decenni che esalta la singolarità dell’ispirazione senza mai dare vera spiegazione su quella che è l’industria culturale in tutti i paesi. Un po’ come si faceva con il sistema dei generi, che finalmente sta vedendo una nuova luce, e di genere, fantascienza, appartiene SILO, trasmessa da Apple Tv, la nuova distopia, adattamento dei romanzi di Hugh Howey, che così ha dichiarato durante la presentazione delle serie tratta dal ciclo delle sue opere: “Mi ha ispirato la narrazione distopica di 1984, Il mondo nuovo e Fahrenheit 451. Mi piace che molte di queste storie creino un grande scenario, poi ci mettono al suo interno persone normali e vedono come si comporterebbero. Far vivere tutti sottoterra offre una meravigliosa opportunità di farlo perché i personaggi sono ancora più esasperati”.

La prima stagione di Silo è strutturata come un mystery procedural, in cui una catena di omicidi viene gradualmente collegata a una cospirazione più ampia. Lo sceriffo della comunità, Holston (David Oyelowo), avvia un’indagine. La serie è infatti ambientata in un immenso silo, una struttura cupa, retrofuturistica e claustrofobica abitata da quelli che sono, secondo quanto riportato loro, gli unici umani rimasti sul pianeta. Una sola finestra all’esterno mostra una superficie desolata e brulla dove l’atmosfera è irrespirabile, e i pochi che si avventurano fuori non hanno alcuna speranza di sopravvivere Questo lo porta alla Juliette di Rebecca Ferguson, un’esperta meccanica responsabile dell’importantissimo generatore del silo che, per un triste scherzo del destino, si ritrova a ‘fare carriera’. Entrambi devono destreggiarsi in un groviglio di tradimenti, con la minaccia più terribile che incombe su di loro: se faranno una mossa sbagliata, saranno costretti a uscire dal silo per affrontare l’aria velenosa del mondo sotterraneo (l’esilio è un rituale familiare per gli abitanti del silo, una grande punizione che è diventata un evento a cui assistere, in parte per la speranza che un esiliato possa un giorno sopravvivere per più di qualche minuto). A favorire – e ostacolare – Holston e Juliette sono uno scettico vicesceriffo, Marnes (Will Patton), e il minaccioso capo della forza di sicurezza della magistratura, Sims (Common). C’è una sorta di volontà di insabbiamento e così Holston e Juliette, entrambi carichi di dolore, partono per una rischiosa ricerca per arrivare in fondo alle cose (o, in questo caso, in cima alle cose …). Molti hanno subito pensato a Lost, ma se vogliamo trovare per forza un riferimento allora è più concreto il “The truth is out there” di Fox Mulder., ma siamo in tutt0altro scenario. Silo è, infatti, una disamina politica sulla gerarchia, un’allegoria su come funziona il sistema delle classi sociali all’interno di un ambiente chiuso, o meno, che vive sotto la costante minaccia di una catastrofe. In un panorama seriale dominato dalla fantascienza declinata in vari modi, lo show si rifà alla Sci-fi originale, quella nata per parlare del presente attraverso una distopia che somiglia pericolosamente a un futuro possibile, a un futuro che si sta creando oggi sotto i nostri occhi. Con la sua determinazione trascinante ci conduce nelle viscere di un mistero, nelle viscere del silo, sempre più cupo e spaventoso. Graham Yost, il creatore, si prende il tempo per il mundi aedificium, senza appesantire il ritmo, seguendo Juliet fino a un finale che promette una seconda stagione dalle risposte intriganti e sconvolgenti. Forse rispondendo anche alla domanda chiave dello show: l’umanità e il pianeta Terra finiranno come in Silo? O lo sono già e non se ne rendono conto? Il complottismo è sempre più frequente fantasioso e diffuso e serve sempre per nascondere come funzionano realmente le cose.

 

Hugh Howley e la Trilogia del Silo

La Trilogia del Silo è una serie di nove romanzi di fantascienza dello scrittore statunitense Hugh Howey, raccolti successivamente in tre libri: Wool, Shift e Dust. La storia di Wool è ambientata sulla Terra in un mondo postapocalittico. L’umanità si rifugiò nel Silo, una città sotterranea formata da più di cento piani, per sopravvivere. Il primo personaggio che compare è quello di Holston, lo sceriffo del Silo, che inizia a compiere alcune indagini. Queste metteranno subito in crisi la versione ufficiale della storia del Silo stesso, in quanto secondo alcune telecamere poste ai piani più alti il mondo è talmente danneggiato da essere invivibile. La vita all’interno di uno spazio ristretto, con materie prime limitate, è controllata da rapporti gerarchici (piani bassi, medi, alti), con nascite controllate e la proibizione di rapporti extraconiugali.