Sherlock: l’investigatore se ne va. Sicuri?

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Mai come stavolta c’è stata una stagione corale per Sherlock, in foto ci sono i tre protagonisti: Cumberbatch come Sherlock, Freeman come Watson e Mark Gatiss, che è anche uno degli ideatori e sceneggiator insieme a Steven Moffat, come Mycroft. Per non parlare dei personaggi ricorrenti, come Amanda Abbington nei panni della signora Watson, o di Andrew Scott, l’eterno cattivo Jim Moriarty. C’erano tutti. C’era anche una scrittura protagonista che ha reso la stagione diversa dalle altre, concependola come un unico episodio con tante sorprese, prima fra tutte l’apparizione di Eurus, la sorella degli Holmes. Alla fine però si ha la sensazione di essere alla fine con un bellissimo sapore di conclusione. Insomma Sherlock si congeda. Ma sul serio?

È la prima volta che abbiamo chiuso una stagione pensando se non torniamo mai più va bene così, ha dichiarato Moffat in un’intervista a Entertainment Weekly. “Nella miglior tradizione dei finali, il nostro dice ‘e continuarono a risolvere crimini a Baker Street per sempre’. Se vorremo tornare su altri casi potremo farlo, non sarà un problema. Non sta a noi concludere Sherlock Holmes. Come dice Mary (Watson n.d.r.), i personaggi saranno sempre chiusi in un appartamento a ragionare su un delitto o l’altro, solo che saranno interpretati da attori diversi”. Il personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle è un immortale e qualunque appassionato di narrativa lo sa, basta anche guardare la lunghissima lista delle riduzioni televisive e cinematografiche per capirlo. Questa versione della BBC, adattata ai giorni nostri è fra le migliori mai realizzate, perché è riuscita a dare in maniera eccellente il mood dei personaggi e delle storie, inserendo anche elementi di novità legata al contesto. Sicuramente il merito va agli script, Moffat e Gatiss sono anche esperti nella riduzione di storie vittoriane ai giorni nostri – com’era bello il Jekyll di Moffat con James Nesbitt come protagonista – e avevano già lavorato insieme in alcuni episodi di Dr.Who. Lo stesso Gatiss ha sottolineato di come si siano voluti allontanare dalle ultime riduzioni, che trovavano lente e artificiose. Oltre alla scrittura c’è anche la bravura degli interpreti che in ogni situazione, fra ricorrenti e principali, riescono a dare caratteristiche sempre diverse e angolazioni particolari. Abbiamo avuto la possibilità di vedere due talenti della recitazione, Cumberbatch è arrivato ad uno nomination per l’oscar, mentre Freeman è stato il grande protagonista della prima stagione di Fargo accanto a Billy Bob Thorthon.
E ora? Spegniamo le luci e dimentichiamo tutto? Dimenticare no, perché queste quattro stagioni più lo speciale ambientato nel passato hanno segnato davvero questi anni, evidenziando di come le produzioni made in UK non abbiamo nulla da invidiare a quelle a stelle e strisce.
Ma ci sarà ancora Sherlock con tutti i suoi personaggi? Forse, anche se passerà molto tempo. Proprio Moffat è stato sibillino, ma si è lasciato sfuggire che forse verrà realizzato uno speciale preso da un romanzo meno conosciuto. Non ci resta che aspettare e ringraziare comunque per questo prodotto davvero eccellente.