La volontà di un uomo
Prima di addentrarci nello specifico mi faccio aiutare da un’altra citazione: “Chi per sussistere deve contare sulla mancanza di volontà degli altri è un prodotto mal fatto di questi altri, come il padrone è un prodotto mal fatto dello schiavo!” Queste sono parole del filoso tedesco Max Stirner vissuto nella prima parte del 19esimo secolo, proveniente dalla sinistra hegeliana ed approdato poi ad un pensiero molto singolare ed importante sull’unicità dell’essere umano. Utilizzo queste due coordinate per far capire come parlare di SANPA non sia solo parlare del problema droga, solo della vicenda, di Vincenzo Muccioli, solo di una parte della nostra storia recente, solo di un forte atteggiamento degli italiani, ma tutto questo è anche molto di più!
Netflix ha segnato l’inizio del 2021 in una maniera fortissima per quanto riguarda la questione culturale con due titoli: Bridgerton e Sanpa. Un’operazione che mostra il nuovo andamento della piattaforma di streaming che vuole portare nuove quote di pubblico che solitamente non sono fan della serialità. Sanpa è la storia, dalla fondazione, ascesa, discesa e caduta, della comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano fondata da Vincenzo Muccioli. E qui siamo sul padre-padrone di Gavino Ledda. Gli anni sono gli ’80, gli stessi che vedono il made in Italy ed il sistema della moda con la “Milano da bere” in piena ascesa, ma che vedono le nostre città pieni di ragazzi che vagano come degli zombie in preda agli effetti dell’eroina.
SANPA: il sogno di uno e l’incubo di molti
Per i tossicodipendenti entrati in comunità è stato a volte vero, altre volte no. Quando l’amore non è bastato, la conseguenza è stata che a San Patrignano è entrata la tragedia. Ci sono tante vicende giudiziarie intorno al protagonista Muccioli, sia quelli finite in tribunale, sia quelle non finite, come il traffico di valuta all’estero ed altri reati di violenza. Però c’è poi un sistema, un sistema che pensava che la repressione dell’essere umano, fosse la soluzione per uscire dalla droga. In quel momento l’Italia non ha voluto ammettere che aveva un profondo problema con la droga, un problema che riguardava tutti quanti, non solo i “tossici” ma anche le famiglie. Ha pensato che servisse qualcun altro che se ne occupasse. “Serve un uomo forte”, quante volte abbiamo sentito questo richiamo, dai bar ai social network! Serve qualcuno che se ne occupi per noi. Serve qualcuno che nasconda il problema sotto il tappeto perché noi non lo vogliamo vedere, non vogliamo sentirlo neanche nominare. E’ il lato fascistoide degli italiani. Muccioli ha incarnato questo desiderio oscuro. La legge Iervolino Vassalli, prima legge organica sulla droga, legge che criminalizza spacciatore e consumatore ponendoli indifferentemente sullo stesso, poteva chiamarsi legge Muccioli. Lui stesso fu seriamente in predicato di diventare ministro della salute della repubblica italiana. San Patrignano aveva una sfilata di politici e vip che andavano a farsi fare foto con Muccioli che, a causa di un ego ipertrofico, adorava le luci della ribalta. I media hanno una profonda responsabilità in questo visto che hanno tratto vicende giudiziarie come fossero argomenti da televoto! Purtroppo la tossicodipendenza è un problema serio e delicato, quando si guarisce dalla dipendenza fisica, non si è guariti del tutto. Alla dipendenza fisica veniva sostituita quella da Muccioli, che diventava un padre-padrone, che sapeva ogni mossa e che aveva costituito una rete di collaboratori fidatissimi che agivano per suo conto. Sanpa è il racconto non di un sogno finito male, ma di un incubo che è stato fatto passare per sogno perché non c’è stato il coraggio di aprire gli occhi di una realtà problematica che era quella che coinvolgeva il paese.