Rebel: Shondaland stavolta non convince

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“Sorrise come facciamo tutti quando veniamo colti di sorpresa dalla felicità.” Non possiamo che concordare con quanto scritto dal re del brivido Stephen King, uno che della sorpresa ha fatto uno dei marchi di fabbrica della sua vastissima produzione letteraria. Parlando di Rebel, la serie tv che Percorsi Seriali esanima in questo articolo, la sorpresa è enorme, anche se difficilmente ha reso felice tutti. Se io dico SHONDALAND già gli appassionati più esperti di serialità dovrebbero avere le antenne dritte. Si tratta della casa di produzione, ma anche del nickname di Shonda Rhimes, una delle producer onnipotenti del racconto seriale made in USA.

Se, invece, siete dei newbie allora potrei dirvi Grey’s Anatomy, Le Regole del Delitto Perfetto, The Catch e altre di successo. Fra l’altro la signora Rhimes è riuscita ad ottenere con Netflix prima di Bridgerton un contratto che nessuno mai su questo pianeta ha mai immaginato. Accordo che le ha permesso di dire al protagonista della serie, il duca di Hastings Regé-Jean Page, londinese di nascita e figlio di un’infermiera zimbabwese e di un predicatore britannico, l’uomo che ha fatto palpitare i cuori – e non solo – di tantissimi spettatori della serie, quando lui ha chiesto più soldi per la seconda stagione: “Ok ragazzo, quella è la porta ciao.” Ebbene anche per questa vera potenza è arrivato il momento della sorpresa: Rebel è stata cancellata. Non è la prima volta che una serie Shondaland non supera la prima stagione, però solitamente avveniva su sua decisione e su spin-off o progetti secondari. Su Rebel c’era stato un grosso investimento. A cominciare dalla protagonista, Katey Segal, che gli appassionati ricordano come la madre di Jax Teller in Sons of Anarchy, che le valse un Golden Globe, la serie dei bikers che ha ottenuto un successo incredibile in tutto il mondo ed uno spin-off di successo – Mayans. Poi c’era anche la storia, diciamo collaudata: Rebel è ispirato ad un film di successo come Erin Brocovich – Forte come la verità. Il film del 2000 aveva come protagonista Julia Roberts ed era diretto da Steven Soderbergh. Fu un film fondamentale per la Roberts perché le levo quell’aura di fidanzatina d’America che aveva da dieci anni dopo Pretty Woman, nonostante vari successi e ruoli importanti interpretati, e le valse il plauso unanime di pubblico e critica e l’Oscar ed il Golden Globe come attrice protagonista. Tutto questo per dire che c’erano tutti i presupposti per un buon risultato, almeno per continuare per una stagione successiva! Invece non è andata così. Cerchiamo di capire perché.

Il soggetto è la sceneggiatura di Rebel sono di Krista Vernoff, con Shonda in Grey’s Anatomy, Station 19, un legal drama ABC che segue la vita Annie ‘Rebel’ Bello, un difensore legale dei colletti blu senza una laurea in legge. Divertente, disordinata, brillante e coraggiosa, Rebel ha estremamente a cuore le cause per cui si batte e le persone che ama, e quando si impegna in una lotta in cui crede è disposta a vincere a ogni costo. Del mondo e degli affetti di Rebel fanno parte Grady (John Corbett, Sex and the City), il suo attuale marito, un tipo affascinante e all’apparenza mai cresciuto con il quale ha adottato Ziggie (Ariela Barer, Runaways), oggi un’adolescente ribelle e vulnerabile; e Benji (James Lesure, Good Girls), il suo secondo marito, un avvocato raffinato che continua a essere molto presente nella sua vita, e non solo per motivi professionali giacché condividono una figlia, Cassidy (Lex Scott Davis, The L Word: Generation Q), un avvocato che ha ereditato le capacità di confronto dei suoi genitori eloquenti e polemici. Si aggiungono il potente avvocato Julian Cruz (Andy Garcia, Ballers), con il quale è solita consultarsi; Lana (Tamala Jones, Castle), la sorella di Benji, una tossicodipendente in via di guarigione consapevole del fatto che Ziggie stia attraversando un brutto momento che vuole aiutarla a superare; Nate (Kevin Zegers, Fear the Walking Dead), il più grande dei suoi figli, un medico che esita a farsi coinvolgere nelle sue battaglie e prova un certo piacere karmico nel deluderla, perché la sua infanzia è stata una lunga delusione; e Luke (Sam Palladio, Nashville), un avvocato giovane e sexy che lavora nello studio di Benji. Come abbiamo detto Rebel tra ispirazione dalle più recenti esperienze di vita della nota assistente legale e attivista Erin Brockovich, personaggio reale, che ha dato il suo il suo contributo alla serie come produttrice esecutiva. La stessa Brocovich ha detto in un’occasione: “Rebel non è solo la mia storia, è la storia di tutti noi. C’è un eroe che vive in ognuno di noi e sono davvero entusiasta che Krista Vernoff e ABC portino il loro visionario storytelling in questa serie. Il nome Rebel trasmette auto-emancipazione, coraggio e ambizione, anche nella peggiore delle circostanze. Non riesco a pensare a qualcuno che possa interpretare questo ruolo meglio dell’inarrestabile Katey Sagal, che è una vera forza, così come il resto di questo cast straordinario”. Allora cos’è che è andato storto? Nulla. Però sono passati vent’anni dal film di Soderbergh, vent’anni dove la produzione seriale è stata fortissima come non mai, soprattutto nella professione legale. La stessa Shonda Rhimes è l’autrice di Le Regole del Delitto Perfetto, una produzione abbastanza originale nel panorama. Sicuramente se fosse uscita nei primi anni 2000, Rebel avrebbe avuto tutto il tempo di crescere e maturare. Oggi questo tempo, (purtroppo) non c’è più e la serie fallisce nell’obiettivo di distinguersi, di stagliarsi rispetto al resto degli altri prodotti, non riuscendo così a identificare il pubblico cui potrebbe rivolgersi. A complicarne le sorti si aggiunge la presenza di elementi già visti che la fanno quasi sembrare una replica di uno show del passato e una recitazione a tratti svogliata per alcuni ed esagerata per altri.