La battaglia del nascondino. Foglietto #25maggio

nascondino
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È triste giocare a nascondino in questo mondo, quando ci si dovrebbe stringere gli uni con gli altri.
(Jean Cocteau)

nascondinoEppure lo facciano. Giochiamo a nascondino. Un gioco doloroso perché ci fa mettere barriere e filtri verso chi amiamo e ci sta accanto.
A volte lo facciamo per non dire la “cosa sbagliata” anche se si tratta solamente di un sussurro, a volte perché non è il momento giusto, e ancora perché non ci sentiamo liberi di farlo. Anzi. Non ci sentiamo “sicuri”.
Per essere noi stessi abbiamo bisogno di essere “sicuri”. Non si tratta di girare con una scorta armata o cosa del genere. Parlo di quella sensazione che è fondamentale per il nostro vivere. Troppo spesso ci sentiamo “inadeguati”. Per qualsiasi cosa, dalla più importante alla più futile. A volte ci sentiamo inadeguati a vivere.
E’ come se ci sentissimo perennemente in battaglia. Contro chi? Fondamentalmente contro noi stessi. Tutto diventa guerra, vincere o perdere, bianco o nero, ogni cosa è ridotta ad un conflitto binario. Certo che la realtà si rappresenta con il codice binario di 0 e 1. Assolutamente vero. Però chi urla tutto questo, tifando sempre per la guerra, si scorda che proprio la scienza ci dice che gli 0 e 1 insieme compongono le innumerevoli forme del mondo.

Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento bensì sottomettere il nemico senza combattere.
(Sun Tzu)

Chi è in grado di distinguere quando è il momento di dare battaglia, e quando non lo è, riuscirà vittorioso.
(Sun Tzu)

Se non conosci te stesso, né conosci il tuo nemico, sii certo che ogni battaglia sarà per te fonte di pericolo gravissimo.
(Sun Tzu)

“L’Arte della Guerra” del generale cinese Sun Tzu ha circa 1600 anni. E’ un manuale di strategia di vita prima che di guerra.
Troppo spesso facciamo guerra a noi stessi contro noi stessi ed il campo di battaglia siamo sempre noi stessi. Come possiamo pretendere di riconoscere e discernere quello che ci succede se mettiamo un elmetto quando ci guardiamo allo specchio. Proprio per questo giocare a nascondino è sfibrante, sia con gli altri, ma con noi stessi. Dovremmo chiederci, sinceramente, di cosa abbiamo paura. E forse sarebbe l’inizio di guardarsi allo specchio e cominciare a respirare.

Certo serve coraggio, un’altra cosa di cui si sente parlare molto oggi, legato a guerra, battaglie e tifo da stadio su quali armi usare e contro chi.

Io da quando sono stato male e ho compreso la mia neurodivergenza dopo il tumore ho iniziato a cercare il mio coraggio. Non so se l’ho trovato, continuo a provarci perché credo nelle parole di un maestro italiano, Gianni Rodari, che diceva:

In cuore abbiamo tutti un cavaliere pieno di coraggio,
pronto a rimettersi sempre in viaggio.

La cosa, però, a cui bisogna stare attenti e non finire come dei Don Chisciotte in groppa al proprio Ronzinante, immaginando nemici ovunque mentre l’unico vero grande ostacolo è prima di tutto dentro di noi.

Godere del viaggio dovrebbe essere il primo vero comandamento del cavaliere.

Buona giornata e scusate il disturbo