MERCOLEDÍ: freaky, spooky, teen, Addams. Made by Tim Burton

mercoledì
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mercoledìScrivo di MERCOLEDÍ proprio di mercoledì, anche se sul giornale lo leggerete venerdì e sul blog quando vorrete voi, ma dovevo rendere omaggio a questo personaggio degli Addams, il mio preferito, è a Tim Burton, che non è soltanto un registra straordinario ma anche il simbolo di tutti noi che ci sentiamo almeno un po’ weirdo, freaky e wacky. La nuova serie che va in onda su Netflix è diventata immediatamente la prima come spettatori nel catalogo della grande N rossa e per me non è un caso che arrivi dopo un altro successo che viene dalle graphic novel come Sandman, amatissimo. Certo Mercoledì godeva dell’universo narrativo che, dalle vignette firmate Charles Addams del 1938, si è poi dipanato in tutti i rami possibili che un media franchise possa offrire.

 

Indimenticabile il film di 31 anni fa e relativo sequel, ma gli Addams hanno saputo reinventarsi sui medium più disparati, tra televisione, cinema, cartoni animati, videogames, incluso un flipper, tra i più venduti di sempre. Siamo proprio dentro un immaginario che, schioccando le dita non a caso, è parte integrante della cultura pop, così come lo è quello che è scaturito dallo stile e firma unici di Tim Burton. Quando è arrivata la notizia che proprio lui avrebbe diretto lo spin-off seriale si è stampato sul viso un sorriso di gioia e per la schiena è corso un brivido di paura. In fondo sono le due emozioni che abbiamo quando ci mettiamo di fronte al gotico o ai racconti horror: il sano gioire di aver paura. Qui, invece, c’era la paura che tutto potesse franare in una sorta di disastro, soprattutto nel tentativo di inseguire i ricordi che i fans hanno ancora nel cuore. Inoltre, c’era anche il riferimento ad una serie tv vintage che rimane fra i caposaldi dell’universo pop. Si, era difficile.

Al centro di una detective story dai tratti giovanili, tra smembramenti ed i classici salvataggi dell’ultimo minuto, lo show pone su un piedistallo la sua iconica protagonista presentandola senza troppi giri di parole, conscio dell’importanza di un personaggio che – almeno fino a qualche anno fa – era letteralmente adorato dalle masse.

mercoledìMercoledì è cresciuta, oggi è una teen ancora più cinica, con il suo portamento lugubre ed il viso inespressivo di chi non prova alcuna empatia, ma che stavolta comincia ad avere un qualcosa di sexy, soprattutto in un contesto liceale che solo all’apparenza potrebbe accoglierla o non accoglierla – tipico di quell’età – finché non si scopre che anche i reietti hanno le loro convenzioni sociali. La sua compagna di stanza è apparentemente molto diversa da lei, ricorda la seconda Sabrina, quella più mistery. Rivalità, alleanze e primi amori sbocciano intorno ad una studentessa che cerca di convincersi della sua estraneità alla vita pubblica, chiudendosi in un mondo di gustoso fatalismo ed intelligenza eccentrica, per poi scoprirsi ancora più forte con degli amici fidati: questo percorso di crescita si svolge in maniera quasi sibillina, con la delicatezza di una storia che spiattella in primo piano la sua anima investigativa, mentre dietro le quinte si evolvono quelle dinamiche sociali che obbligano Mercoledì a lavorare su se stessa. Il contrasto è tutto basato sull’arguzia di una detective in erba che, proprio grazie al suo pensare fuori dagli schemi, riesce a trovare le soluzioni più brillanti agli enigmi, ma la sua personalità schiva e materialistica la allontana dai compagni che non sapeva di desiderare. La trama gira tutto dentro Nevermore, l’istituto per i reietti – traduzione italiana – che davvero non può non ricordare l’Hogwarts di Harry Potter che tanta fortuna ha avuto nel mondo. Oltre alla trama che si sviluppa c’è anche il tema di chi è il vero mostro, non solo nella scuola dei reietti ed è alla fine questa la linea che ci trascina verso il finale, perché da vicino – e da lontano – nessuno è normale. Meraviglioso compagno di mercoledì è Mano – Thing – complice perfetto che si diverte anche a guardare i tutorial per la manicure con Enid, il lupo mannaro compagna di stanza di Mercoledì, interpretata bene da Jenna Ortega. Non era facile sostituire Christina Ricci – ho un debole per lei – ma la Ortega qui dona al personaggio quel senso di adolescenza e pubertà necessario. Poi la Ricci interpreta una professoressa di Nevermore quindi anche noi vecchi fan siamo stati accontentati, come dall’apparizione di zio Fester.
La gustosa disumanità di una ragazzina cinica e disillusa ha mantenuto intatta la sua carica esilarante, ripresa con eleganza da un periodo storico che era forse più incline a quelle atmosfere, riproponendola in un 2022 che si scopre ancora affascinato dall’estremità della morte. Anche nella gestione di un personaggio così complicato brilla una scrittura capace di non scadere nella tossicità, evitando il rischio di trasformare la protagonista nella classica ragazzetta acida e fastidiosa a cui sarebbe stato complicato affezionarsi: questa Mercoledì è invece semplicemente irresistibile, ed il merito va anche ad una Jenna Ortega impeccabile nell’espressività facciale e nella modulazione della voce, aiutata da un trucco cinereo basato sul modello precedente della Ricci. L’iconica interprete torna in questa serie per dare vita ad un personaggio peculiare di cui non vogliamo anticipare nulla (ma ovviamente importantissimo), mentre i genitori di Mercoledì sono Catherine Zeta Jones e Luis Guzman, impeccabili nel riesumare una coppia lugubre e focosa al tempo stesso. Ad incorniciare il tutto ci pensa la regia di Tim Burton, probabilmente la persona più azzeccata al mondo per riportare in vita queste atmosfere comiche e spettrali, che sfrutta al meglio la magnifica colonna sonora del grande Danny Elfman. Siamo di fronte ad un prodotto teen transgenerazionale che potrebbe segnare l’inizio di un nuovo genere. Dobbiamo fortemente considerare quanto tempo è passato dalle strisce di Charles Addams fino a noi, pensiamo anche che la colonna sonora del film del 1991 era di M.C. Hammer, rapper che nati della generazione Z non sanno nessuna di chi sia. Burton riesce a prendere gli elementi classici, quelli lavorati e quelli del genere della narrazione teen ed ottiene un prodotto che allarga la platea con il risultato che le piattaforme streaming mandino in onda i film precedente. Come sempre, però, ci vuole talento per mescolare gli elementi e Mr. Burton lo ha.

 

 

MOTHERLAND: A SALEM SI ADDESTRANO LE STREGHE PER LA GUERRA

Ne abbiamo già parlato e Motherland: Fort Salem è un’ottima serie. Ambientata in un mondo dominato dalle donne, dove gli Stati Uniti terminarono le persecuzioni contro le streghe 300 anni prima della storia principale, tramite l’Accordo di Salem, un documento che, in cambio della pace, obbliga tutte le streghe a prestare servizio militare per il proprio paese. Il nemico del mondo è la Spree, un’organizzazione terroristica che vuole l’indipendenza delle streghe dai vari governi. La serie segue le vicende di tre streghe, reclute della stessa unità dell’Esercito degli USA: Raelle Collar, Abigail Bellweather e Tally Craven. Le tre ragazze, di stanza a Fort Salem, dovranno allenarsi, assieme alle loro compagne d’armi, nel combattimento militare e nell’utilizzo delle corde vocali che permettono loro, attraverso vari vocalizzi, di utilizzare potenti incantesimi.