Marvel: The Falcon and The Winter Soldier

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Cerchi sempre di superarti. Ed io avevo: il ragazzo mortale più forte (Cosa), ed un ragazzo che può “prendere fuoco” (Torcia Umana). Come avrei potuto superarli? Poi ho pensato che nessuno può essere più forte di un Dio! Un sacco di persone hanno scritto sugli Dei romani e greci, mentre non c’erano molte produzioni riguardo gli Dei nordici. Mi piace il nome Thor, ed amo il fatto che possiede quel martello come arma.

Questa frase è di Stan Lee. Uno degli uomini che ha delle responsabilità enormi nell’immaginario dell’ultimo secolo. Inutile che qualcuno storca la bocca, perché è la verità. La sua responsabilità è quella della costruzione di un universo: il Marvel Cinematic Universe, che con The Falcon And The Winter Soldier ha un nuovo capitolo.

„Perchè il fumetto è qualcosa che riesce a rappresentare graficamente i sogni di ognuno!“ Questa frase è di Eiichirō Oda, mangaka creatore del manga “One Piece, uno dei più amati in tutto il mondo, da cui è stato tratta anche un anime con il titolo omonimo che ha avuto un fortunato successo anche nel nostro paese. Voglio partire da qui per raccontare la serie di cui parliamo oggi a Percorsi Seriali – The Falcon and the Winter Soldier – ennesimo step di quello che sta diventando la più avvincente cosmografia narrativa contemporanea, il MCU, tre lettere che stanno per Marvel Cinematic Universe. Chi legge questa rubrica ha ben idea di quello a cui mi riferisco, ma sicuramente conosce o ha incontrato qualcuno che nella sua vita sentendo parlare di Hulk, Captain America, XMen ed altri, abbia detto “ma è roba per ragazzini” o peggio “mica è roba seria!” I fumetti sono seri e non seriosi. La fantasia è seria e merita sempre rispetto! La questione è sempre il modo in cui si fanno le cose. Altrimenti perché mai dovremmo concedere attenzione e sempiterna ammirazione ad un uomo che si accompagna ad un poeta morto secoli prima in un viaggio oltremondano fra inferno, purgatorio e paradiso, e non a chi costruisce una narrazione attraverso un’apocalisse zombie! E’ sempre il modo a determinare la qualità della comunicazione e della narrazione e sono sicuro che anche l’Alighieri mi scuserà se l’ho usato in questo mio povero esempio, ma sa bene quanto io lo ammiri.
E’ arrivato su Disney+ il 19 marzo, arriva The Falcon and the Winter Soldier, il secondo capitolo della fase 4 del Marvel Cinematic Universe, inaugurata da quell’oggetto tanto particolare e tanto bella che è stato  WandaVision, capace di catalizzare gli occhi di tutti i fan che contemporaneamente meravigliati si chiedevano cosa stessero guardando!

 

C’è stata una campagna anticipatorio fortissima che oramai forse è superflua visto la fidelizzazione che c’è intorno alla Marvel, che va ben oltre il linguaggio fumetto stesso, però che piace tantissimo. Videoclip, trailer, foto dal set ed easter-egg hanno una tale qualità ed una forza meta-testuale che potrebbero servire da esempio al resto delle produzioni.

Prima i dettagli nudi e crudi. La regia è di Kari Skogland, il capo sceneggiatore è Malcolm Spellman e il cast è composto da Anthony Mackie, Sebastian Stan, Daniel Brühl, Emily VanCamp, Wyatt Russell, Clé Bennett, Georges St-Pierre, Erin Kellyman, Elijah Richardson, Don Cheadle, Adepero Oduye e Veronica Falcón. The Falcon and the Winter Soldier è composto da sei episodi.

Stiamo parlando del mondo e di quanto è cambiato all’indomani di Avengers: Endgame e tutti coloro che sono tornati dopo 5 anni di buio, 5 anni dopo il famoso blip, lo schiocco di dati che ha praticamente sconvolto l’universo, sono costretti a farci i conti. A qualcuno, poi, è andata anche peggio che ad altri, magari per qualche eredità pesante che si è stati chiamati a raccogliere o perché si è rimasti orfani dei compagni di una vita (o due). È il caso di Sam Wilson, Falcon, e James ‘Bucky’ Barnes, rimasti sprovvisti della protezione di Captain America, eroe idealista e simbolo di un’America che neanche nell’MCU esiste più.

Li ritroviamo divisi all’inizio, entrambi alle prese con una lenta riabilitazione per riprendere in mano le proprie vite in una realtà che è andata avanti anche senza di loro. Saranno gli eventi a rimetterli insieme e per forza! Mentre Falcon tenta di non far rimpiangere l’assenza Steve Rogers, al secolo Capitan Amern Bucky, al secolo Winter Soldier, forse uno dei più complessi e affascinanti personaggi secondari – non è assolutamente un giudizio di merito – insieme  a Johnny Stom , la “torcia umana” dei Fantastici Quattro, è invece costretto a fare i conti con un disturbo da stress post-traumatico causato da 19 anni passati tra omicidi, fughe e rilassanti lavaggi del cervello – ricordiamo che il condizionamento mentale ne aveva fatto un’arma spietata dello schieramento sovietico – mentre cerca, a suo modo, di fare ammenda per i suoi peccati e, se possibile, ricostruirsi una vita. In tutto questo ci troviamo alle prese con delle nuove situazioni che hanno più a che fare con la psicologia mescolata all’azione, dove i villain non sono in fondo così cattivi e ed vecchi villain tornano in campo per alleanze che si credeva impossibili. La Marvel in questo continua a raccontare la complessità del contemporaneo in maniera molto più articolata con tutte le contraddizioni che presenta, come con il nuovo Helmut Zemo (già in Civil War totalmente reinventato rispetto ai fumetti), e quelle dei vari “gruppi” antagonisti, che in WandaVision era la S.W.O.R.D. e che qui saranno i Flag Smasher. Entrambe le tipologie con le loro contraddizioni, i loro significati e gli spunti di riflessione che regalano nel confronto/scontro con i protagonisti. L’azione non manca però! Skogland e Spellman riprendono le atmosfere di The Winter Soldier e tornano all’action citando anche qualche cosina del passato ormai leggermente remoto dell’universo Marvel sia dal punto di vista visivo sia in fatto di trovate narrative. La Marvel ha realizzato un nuovo passo importante che sicuramente attirerà nuovi interessati, d’altronde una volte si pensava che l’universo di Star Wars fosse solo per gli appassionati fantascienza. Quello in cui ci troviamo è il racconto dell’umano oltre l’umano, cioè nella fantasia e nella potenza della narrazione per cercare di capire fino in fondo chi siamo.

Il MARVEL CINEMATIC UNIVERSE è un media franchise, cioè un brand usato per narrazioni su diverse media, incentrato su supereroi prodotti dai Marvel. Il franchise comprende film, serie televisive, cortometraggi, serie digitali e fumetti. Come accade nell’Universo Marvel dei fumetti, i film e gli altri media appartenenti a questo franchise condividono l’ambientazione e alcuni personaggi, nonché alcuni elementi della trama che fanno da filo conduttore tra di essi. Il primo fu Iron Man nel 2008 che aprì la FASE1 conclusasi con The Avengers (2012). La FASE2 è iniziata con Iron Man 3  e si è conclusa con Ant-Man. La FASE3 è cominciata con Captain America: Civil War e si è conclusa con Spider-Man: Far from Home. Le prime tre fasi sono note nel loro insieme come la “Saga dell’Infinito”. Ora siamo arrivati alla FASE4 che inizierà quest’anno col prossimo Black Widow.