Looking for Alaska: una generazione in cerca di un “Grande Forse”

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C’è un’età dove tutto è infinito, assoluto, senza limiti, dove, come diceva lo scrittore inglese William Hazlitt, è impossibile credere di morire. Quando si è giovani ci si sente immortali eppure in alcuni momenti si è pervasi da un pesante sentimento di fine. Si è alla ricerca di qualcosa, di un “grande forse”. Così dice il personaggio principale di Looking for Alaska – Cercando Alaska, miniserie televisiva in onda sulla piattaforma Sky, tratta dall’omonimo best-seller del 2005 di John Green che negli Stati Uniti fu un vero fenomeno editoriale. Miles detto Pancio, cerca il suo “grande forse” come dice lo scrittore francese Rabelais, quello di Gargantua e Pantagruel, cercando una uscita, una fine. Lo fa leggendo biografie ed imparando tutte le ultime parole prima di morire dei personaggi famosi, presidente americani compresi. Un teen-drama davvero singolare che ha riscosso grande successo.

L’odore delle storie di successo

Appena uscito la Paramount comprò subito i diritti del libro. Gli storyliner della casa di produzione sentirono subito quella forza che hanno certe storie nel fare presa sul pubblico. Un teen drama molto particolare che racconta storie di giovani in un momento storico in cui ancora non c’era stata la grande esplosione social, c’era internet, e anche tanto, c’erano le playstation, però gli smartphone non erano ancora il personal media per eccellenza ed il maestro della dieta digitale, come sarebbe iniziato da lì a pochi anni. Il formato è quella di una miniserie in otto episodi creata per Hulu da Josh Schwartz e Stephanie Savage, coppia d’oro specializzata in teen drama che ha all’attivo titoli come OC e Gossip Girl.

John Green, autore del libro da cui è tratto la serie tv e di altri bestseller come Citta di Carta e Colpa delle Stelle, si è ispirato alle proprie esperienze di liceale. La voce narrante è quella di Miles ‘Pudge’ Halter (Pudge nel doppiaggio italiano è stato tradotto con Pancio) interpretato da Charlie Plummer già visto in Boardwalk Empire. Miles è un adolescente riflessivo e curioso di conoscere il significato profondo della vita, servendosi molto spesso delle “ultime parole” dei suoi autori preferiti, e in particolare proprio quelle di Rabelais: “Me ne vado in cerca di un grande forse”. Già il fatto che in un teen drama americano venga citato un autore come il francese Rabelais è davvero molto particolare. Ma c’è spazio anche per un altro grande autore cult come Kurt Vonnegut. La sua personale ricerca inizia da Culver Creek, liceo selettivo in Alabama dove aveva studiato anche il padre. Lì trova due amici preziosi, Chip Martin, detto Il Colonnello (Denny Love, Empire), e Takumi Hikohito (Jay Lee, The Filth), ma soprattutto una ragazza, la bellissima, arguta, spiritosa e anche molto sensuale Alaska Young (Kristine Froseth, La verità sul caso Harry Quebert), la quale vive invece la propria vita seguendo le ultime parole di Simón Bolivar, come scritte da Gabriel Garcia Marquez: “Come potrò mai uscire da questo labirinto?”. I personaggi sono molto ben delineati anche per differenti classi sociali ed economiche che li costringeranno a scelte diverse per la loro vita.  Mentre organizzano numerosi scherzi per rifarsi degli atti di bullismo di alcuni compagni di scuola, – chiamati i “settimana corta” perché ricchi  quindi con la possibilità di tornare a casa per il weekend – il rapporto di amicizia tra Pudge e Alaska si trasforma ben presto in qualcosa di più forte, nonostante lei insista a voler mantenere un amore platonico. Purtroppo, però, l’idillio finisce bruscamente, quando una terribile tragedia riporta tutti alla cruda realtà. Il resto del cast include ottimi interpreti come Sofia Vassilieva (Medium), Landry Bender (Le amiche di mamma), Uriah Shelton (The Glades ), Timothy Simons (Veep), Ron Cephas Jones (This Is Us) e Henry Zaga (Tredici).

 

Un tempo sospeso

Forse sono i 14 anni che sono stati necessari per la trasposizione in video, forse perché gli eccessi dei ragazzi sono rappresentati dalle tante sigarette e vino scadente, o magari perché sembra non avere una precisa connotazione storica, ma Looking for Alaska ha un tono ingenuo che ne aumenta la capacità di attrazione. Non è una questione di autenticità, ma credo sia il sapore di qualcosa di perduto, di sospeso che ne ha fatto una serie amata molto dagli spettatori, ma non solo dalle fasce più giovani ma anche dai loro genitori. E’ l’immediatezza quella che piace di questa serie, questa capacità di essere gruppo e di ritrovarsi insieme ad affrontare l’età adulta che sta arrivando inesorabile e che poi, quando arriva, ti fa sentire solo. Questo è il grande forse che cerca Miles. E’ un viaggio nel tempo, un racconto a ritroso che parte da una notte di pioggia in cui la polizia sta sgombrando la strada da un incidente automobilistico. All’improvviso arriva un’altra macchina a forte velocità. In voce off si sentono le parole che James Dean disse poco prima di morire mentre guidava la sua Porsche Lil Great Bastard: “Non ti preoccupare, ci hanno visto”. Anche questa macchina si schianta proprio come quella dell’attore protagonista di Gioventù Bruciata.
La seria ha fascino, sia nella successione degli eventi sia nei personaggi e riesce ad alternare toni spesso secchi a momenti più divertente. Le performance del cast per lo più giovane sono eccellenti, anche perché puoi vedere le loro espressioni facciali anche sotto quel mare di frange ondeggianti di capelli, molti critici hanno sottolineato che un premio andrebbe dato all’hair stylist della serie! Charlie Plummer interpreta Miles con sufficiente innocenza e reale imbarazzo evitando di essere irritante, mentre Kristen Froseth fa un gran lavoro con la caratterizzazione a volte da cartone animato di una ragazza adolescente con il mondo sulle spalle. Interpretare un enigma deve essere un compito esageratamente difficile, ma riesce a contenere il mistero proprio così.

 

Teen Drama, a ciascuno il suo

Se una volta c’erano i romanzi di formazione, come il meraviglioso Il Giovane Holden, poi è stato il turno dei teen drama (spero che J.D. Salinger non mi fulmini dal paradiso degli scrittori per aver detto questo!). Looking for Alaska si svolge un paio d’anni dopo uno dei teen drama più amati di fine millennio: Dawson’s Creek. E’ la storia di un liceale sognatore che vive in provincia e vuole diventare regista e del suo gruppo di amici. La storia è di Kevin Williamson che poi sarà lo sceneggiatore dei vari Scream, nel cast Katie Holmes, ex signora Cruise, e Joshua Jackons. Spostiamoci in California e ricordiamo un tormentone degli anni ’90: Beverly Hills 90210. Una coppia di fratelli si trasferisce dalla provincia nella frenetica Los Angeles e qui affronta il suo ingresso nell’età adulta fra sessualità, dipendenze e buoni sentimenti, tutto in salsa VIP. Shannon Doherty e Luke Perry sono le star della serie che divenne un cult.