Lolita e le altre

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Mentre sto pubblicando quest’articolo sul blog ho appena letto che Non è la D’Urso chiude in anticipo. La solidarietà del segretario dem Zingaretti – magari è stata pure un boomerang – per un programma una volta considerato imbattibile ma che da parecchi mesi non vinceva mai l’appuntamento con gli ascolti. Non c’è nessuna manovra politica dietro la chiusura anticipata della D’Urso, ma c’è ben altro. In questo post parlo di alcune serie tv con protagoniste delle donne del sud di una nuova generazione dal punto di vista narrativo della fiction di Raiuno. Sembra quasi che qualcuno abbia capito che raccontare storie diverse può essere vincente. Soprattutto che raccontare le donne in una maniera diversa che non sia quella di essere oggetto di desiderio maschile o di decorazione possa essere vincente. Di certo non Canale 5. Buona Lettura.

Da Tancredi alla Tataranni: quando è il sud a cambiare

“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.” Questa è la frase che Tomasi di Lampedusa fa dire a Tancredi, e non come molti erroneamente ricordano e scrivono nelle loro tribune social e giornalistiche a suo zio, il Principe di Salina, in quel capolavoro che è Il Gattopardo. La misura dei cambiamenti spesso non va cercata nelle rivoluzioni, ma altrove. Dove? Negli elementi pop. Come mai negli ultimi due anni la prima serata della fiction di Raiuno adesso vede al top degli ascolti serie tv con donne protagoniste? Donne dal carattere forte e pure del sud! Quello che era il regno di preti e marescialli adesso vede al top degli ascolti Imma Tataranni, Mina Settembre e adesso anche Lolita Lobosco. Personaggi che sono adattamenti da romanzi ben scritti che hanno fette di pubblico sempre più crescenti. Secondo alcuni rumours sembrano che fra qualche tempo, speriamo non molto, si unirà a questa splendida truppa il vicequestore Vanina Guarrasi, protagonista di tre bei romanzi scritti da Cristina Cassar Scalia. Esiste un fil rouge fra questi personaggi? Non sono fotocopie, per nostra fortuna, non si tratta di un “filone”, come si dice in gergo, anche perché le mode passano. Certo è che ci sono degli elementi comuni che devono far riflettere. Sono donne forti, donne cioè che hanno chiaro qual è il loro ruolo con tutte le difficoltà che significa essere donne in un mondo che combatte con una struttura ereditata dal patriarcato che ne porta ancora evidenti segni addosso. Sono donne che sanno cos’è l’ironia e la usano nel loro lavoro e nella loro vita privata. Sono donne che non hanno rinunciato al loro lato sentimentale e soprattutto alla loro, sessualità, sensualità e femminilità, che non si sono rinchiuse in un ruolo di eterne mogli o fidanzate, ma che rispecchiano le difficoltà che hanno le relazioni nel mondo contemporaneo. Mettiamoci che non solo parlano di sesso fra le amiche ma che considerano normale parlare anche di omosessualità maschile e femminile. Tutto questo su Raiuno. Tutto questo seguito da milioni di telespettatori con ampio gradimento, tanto da mandare in crisi i vari “fratelli” grandi o piccoli che siano di altre rete concorrenti. Inoltre sono tutte tratte da romanzi, il che è un ottimo segno per l’industria culturale, che non è fatta sempre e solo di belle parole sulle “vestigia del passato”.

 

Dalla carta al video: si chiama filiera culturale

Imma Tataranni è stata una sorpresa per molti. Il sostituto procuratore di Matera è tratto dai romanzi di Mariolina Venezia ed è meravigliosamente interpretato da Vanessa Scalera, che ha anche vinto meritatamente l’ultimo Premio Ennio Flaiano. Ironia e tenacia sono la chiave di questa donna che davvero non fa sconti a nessuno, né a casa né al lavoro. Altra grande sorpresa è stata Mina Settembre. C’era attesa verso il personaggio creato da Maurizio De Giovanni, lo stesso creatore del Commissario Ricciardi – questo è meritamente il suo anno. Si tratta di una donna che si occupa dei servizi social a Napoli e che anche lei vive una situazione sentimentale complicata e familiare difficile. L’adattamento qui è stato più forte, tanto da riuscire a trasformare la serie in un dramedy sentimentale che ha veramente avuto un successo incredibile. Si parla di sentimenti, di donne, di famiglie, di problemi, ma si soprattutto si parla di storie! La cornice è Napoli con le sue bellezze e le sue difficoltà, con un cast guidato dalla brava e bella Serena Rossi ed un insieme di co-protagonisti che hanno tantissima simpatia al risultato finale. Mina Settembre ha superato nelle ultime puntate la soglia dei sette milioni di spettatori avendo dall’altra parte la fu corazzata Barbara D’Urso, una volta ritenuta imbattibile. Ultima arrivata è Lolita Lobosco, vicequestore di Bari che della sua femminilità è sessualità non nasconde nulla. Anzi. Sin dalle prime pagine dei libri di Gabriella Genisi Lolita, si chiama così perché la madre si era innamorata del film, dice che non è facile per una donna con la quinta di reggiseno e single fare il poliziotto ed essere presa sul serio. Lei ci riesce. Lolita è interpretata da Luisa Ranieri, compagna nella vita di Luca Zingaretti – Montalbano fu! – e che anche fra i produttori della serie.  Non è un caso. Nei primi due libri scritti dalla Genisi – La Circonferenza delle arance e Giallo Ciliegia – ci sono dei richiami ad un periodo che il vicequestore avrebbe passato a Vigata con il commissario più amato d’Italia. La Genisi non ha mai nascosto che per lei Camilleri è stato un punto di riferimento. Attenzione però! Non c’è un’imitazione dello stile dello scrittore siciliano, purtroppo scomparso, in nessuno dei tre personaggi. A mio avviso siamo di fronte ad un cambiamento vero. Un cambiamento sul ruolo delle donne nel mondo italiano che si sta avviando ad uno scontro di “rappresentazione” e di narrazione:  da una parte donne che lavorano, hanno un ruolo, una sessualità, una vita sentimentale e professionale; dall’altra delle presunte vip che a parte dei profili Instagram dove si esibiscono in completi intimi senza che si capisca qual sia il motivo della loro fama. Non è una questione da poco. In un paese dove la piaga dei femminicidi, della discriminazione e della rappresentatività femminile esiste in maniera ancora massiccia, la narrazione gioca un ruolo centrale. Le donne non sono solo belle e decorative. Le donne pensano. E anche bene.

Quo Vadis Petra?

Meritava più fortuna Petra, il personaggio interpretato da Paola Cortellesi nella serie tratta dai romanzi di Alicia Giménez Bartlett, scrittrice spagnola che ha conquistato la fama in Spagna e in Italia, vendendo milioni di copie. La serie tv Petra si ispira ai libri con qualche variazione: l’ambientazione infatti è italiana, con uno spostamento da Barcellona a Genova. La regia era di Maria Sole Tognazzi e nel cast c’era Andrea Pennacchi, il mitico Pojana. Da recuperare anche la cantante Angela Baraldi interprete delle serie ispirata all’omonimo film: Quo Vadis Baby? Giorgia Cantini, un’investigatrice bolognese senza peli sulla lingua, nel tempo libero tira di boxe e si esibisce con un gruppo rock in un locale di Bologna. Ad aiutarla nelle indagini, il commissario Luca Bruni, il suo assistente Lucio Spasimo e l’ex pornostar Johnny Riva.