Lockwood & Co. Su Netflix la serie più vista del mondo ora

Spread the love

Fa impressione leggere le parole di un senior contributor di Forbes come Paul Tassi che, invitato ad un cancellation test di Netflix, ha detto: “ottimo prodotto e dispiace che molto probabilmente lo cancelleranno”. In realtà LOCKWOOD & CO, la serie tv di cui parliamo, uscita alla fine di Gennaio, è la più vista al mondo della piattaforma Netflix e la seconda stagione è sicura. Lockwood & Co., serie di Joe Cornish dedicata ai cacciatori di fantasmi ha come protagonisti Ruby Stokes (Bridgerton), Cameron Chapman e Ali Hadji-Heshmati nei panni di un trio di adolescenti che gestisce un’agenzia che dà la caccia ai fantasmi.

Abbiamo questi libri davvero brillanti da cui attingere“, ha dichiarato Cornish in un’intervista rilasciata a Deadline in occasione del debutto della serie. “La sfida è portarli sullo schermo con le dimensioni, l’energia e i dettagli che vogliamo, con il tempo e i soldi per farlo, e per rifinirli e onorare così i libri della saga“.

Questa è la prima serie completa sceneggiata da Cornish e la prima che lo vede come showrunner, anche se il termine non gli piace. “Ho resistito a usare quel termine perché ‘show’ suona come un musical del West End e ‘runner’ suona come sport, e non sono campi in cui voglio lavorare”, ha scherzato. “Sono stato più che altro un produttore e un produttore esecutivo. È stato un lavoro di gruppo tra me, Nira, (la cofondatrice di Complete Fiction e responsabile di Film e TV) Rachael Prior e (il responsabile dello sviluppo) Bradley Down”. Le parole di Cornish fanno sorridere anche perché showrunner ha quel ruolo che una volta era diciamo del produttore esecutivo, insomma quello che fa funzionare la produzione di una serie tv in tutte le sue fasi. Cornish ha diretto gli episodi uno e otto e ha supervisionato il resto delle sceneggiature e delle riprese. La sua attenzione si è concentrata sulla costruzione di un’immagine del mondo basata su quattro elementi creati da Stroud per i libri: i fantasmi uccidono toccando le persone, i giovani sono in grado di percepirli prima degli adulti, le agenzie sono state create dagli adulti per assumere giovani che si occupano di fantasmi e il sale e il metallo in diverse forme possono respingere le apparizioni.

Questa attenzione verso Joe Cornish non è eccessiva come può sembrare visto che si tratta del regista del sensazionale teen horror in salsa fantascientifica Attack the Block (presentato al festival del cinema di Torino nel 2011, è il film che ha lanciato il John Boyega di Star Wars) e che conosce benissimo il target young adult. “Abbiamo davvero cercato di evitare spiegazioni gratuite”, ha detto. “Ho cercato di affrontarlo come un procedurale, con i detective che svolgono le loro attività, e di capire la loro metodologia. In generale, stiamo solo cercando di creare un’atmosfera interessante. Vogliamo calare il pubblico nella storia e lasciare che si arrangi da solo. Bisogna rispettare il pubblico e la sua intelligenza e partire dal presupposto che stia guardando con entrambi gli occhi, e non con uno solo mentre l’altro guarda il cellulare. Finora ha funzionato”.

MAGIA E GENERAZIONE X

Cornish rappresenta una generazione di creativi che oramai non hanno più dei confini quando parlano di serialità o film singolo, del sistema dei generi, del marketing e della comunicazione. Quindi un enfant-prodige? Un millennial? Niente affatto. Cornish è del 1968, quindi siamo in un membro, per il rotto della cuffia, della splendida GENERAZIONEX (come chi scrive qui). Lockwood & Co è un prodotto young adult molto ambizioso. “I libri e la costruzione di questo mondo sono davvero intelligenti, e le regole che Jonathan ha creato e la lotta contro i fantasmi sono insolitamente sofisticate per questo tipo di materiale”, ha detto Cornisch. “Abbiamo cercato di rendere la posta in gioco reale, in modo che non sia saccente, cavillosa o meta. Non è un reboot o un franchise; è un’opera originale di narrazione seria, spaventosa e divertente con tre adorabili personaggi al centro”. Una dichiarazione che sottolinea quanto il sistema della produzione culturale oramai sia sempre più interconnesso, opinione che in Italia avrebbe bisogno essere più diffusa per togliere polvere e ragnatele e comprendere che se si vuole promuovere la cultura si deve passare dai consumi culturali in generale, quindi intermediali, legati ai social e agli smartphone. Sono tanti i motivi per vedere Lockwood&Co. Uno è Ruby Stokes. L’interprete della talentuosa protagonista in grado di interagire con gli spiriti ha rinunciato a ricomparire nel popolarissimo period drama Bridgerton (e ha fatto bene visto il flop della seconda stagione) per partecipare a Lockwood & Co. Apparsa nelle prime due stagioni di Bridgerton nel ruolo di Francesca, la sesta figlia della famiglia, qui è protagonista assoluta nei panni di un personaggio entusiasmante: coraggiosa e responsabile, cauta e passionale, conquista sia come figura a sé stante sia come membro di un trio incredibilmente affiatato. L’alchimia tra Ruby e Lockwood è innegabile, e i due si fanno amare sia come amici che come potenziale coppia. Un altro è il setting di una Londra spettrale, sottolineata dalla colonna sonora davvero di ottimo livello. Gli amanti dei libri apprezzeranno il fatto che le location reali corrispondono ai luoghi descritti nei primi due romanzi. Vedere quella strada buia, quella casa abbandonata o quel cimitero pittoresco illustrati nei romanzi prendere vita è affascinante, anche per chi non li ha letti ma può ammirare come la produzione abbia trasformato luoghi familiari della capitale britannica in località spettrali e inquietanti. Tornando alla questione dei consumi culturali vorrei ricordare che ogni volta che esce un film od una serie per il grande pubblico, che sia Henry Potter, GOT o Harry Potter, le vendite dei libri, anche degli altri titoli che non riguardano gli adattamenti, si alzano tutte.

 

Young Adult e Magia

Sicuramente il primo titolo che viene in mente è uno dei più importanti dell’anno appena trascorso: Stranger Things. Undi ed i suoi amici sono un vero e proprio fenomeno seriale per quest’ultima stagione, dopo che una precedente non troppo convincente. Sempre su Netflix, piattaforma che ama la fascia Young Adult, c’è DARK. Ambientata a Winden, una cittadina tedesca apparentemente tranquilla, la serie segue le vicissitudini di un gruppo di ragazzi e delle rispettive famiglie, muovendosi su linee temporali differenti e realtà parallele. Ultimo è uno strano spinoff: Le terrificanti avventure di Sabrina. Basata sull’omonimo fumetto e ambientata nello stesso universo di Riverdale con protagonista una Sabrina molto più gotica e smaliziata di quella già conosciuta che, all’alba dei suoi 16 anni, dovrà scegliere se appartenere al mondo umano o a quello delle streghe.