Lo Stupore come nuova categoria politica

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Lo Stupore come nuova categoria politica

Io e Orson siamo in trasferta, al Sud, dovevamo rimanere qualche giorno, ma come sempre i tempi di permanenza si allungano per nostra fortuna. Perchè qui ritroviamo amici, persone che ci vogliono bene e ci stimano. Qui nella terra delle 'ndrine, in una Calabria che da alcuni racconti, sempre di gente che non è mai scesa oltre Roncobilaccio, perchè l'Italia la conoscono solo per uscite autostradali, pare sia la selva oscura dantesca, un oltraggio al vivere civile, alla natura…ecc…tanto il copione lo conosciamo tutti. Eccoli stupiti, quasi da uno stupro negli occhi, nell'apprendere che un assessore della regione Lombardia abbia comprato voti dalla 'ndrangheta. Già, perchè c'è ancora gente convinta che la mafia, meglio le mafie, siano una questione meridionale, che sia impossibile una cosa del genere. Perchè oggi in Italia sono tutti stupiti. Tutti basiti, per dirla coi termini della fiction.
Si scoperchiano i calderoni delle regioni, tanto tocca a tutti, e i responsabili balbettano "non sapevo", "come potevo pensare", si battono il petto, dichiarono la loro indignazione e il loro schifo. Poi? Fiduciosi auspicano che la magistratura faccia il suo corso, che è come pensare ad un fulmine nel Sahara e spariscono. Così, a parte le liti del Celeste Lombardo, nel Lazio Frangetta Nera, come è stata soprannominata la Polverini in una splendida pasquinata romana, ci tiene sotto scacco e non ci fa votare.
Ma torniamo allo stupore, che da categoria dell'anima sta diventando categoria della poltica.

Proprio come dei piccoli Puffi i politici si guardano intorno come a cercare qualcuno che li rassicuri, che gli dica "no guarda non è vero niente", anche se sembra più "tranquillo non ci beccano". Però i Puffi conservano un'innocenza, una simpatia "coccolosa", sarà magari la plastilina o la computer animation, che certi personaggi italiani non hanno proprio. Io li vedo più come questi altri:

Allora ci siamo: unendo la pessima recitazione ad un copione ascoltato e digerito, otteniamo l'effetto nausea. Va ricordato infatti che noi italiani siamo quelli che non si stupiscono più di nulla, quelli che hanno inventato il termine dietrologia, quelli che vivono in un paese dove la verità sta sempre dietro le quinte, anzi molto spesso sta direttamente dentro un altro teatro! Sono quelli che hanno visto un presidente del consiglio che continuamente ripeteva "Sono stato frainteso".
Però il problema non è questo per me, ma sta, bensì che ci sono persone pronte a credere, un pò come diceva Fox Mulder su X-Files:

Lo Stupore come nuova categoria politica

C'è in questo momento in italia una battaglia manifesta, poco chiara nelle intenzioni e nei fini, ma che richiede un'adesione totale, senza esclusione di colpi, mentre aumenta il disincanto, perchè anche gli strateghi hanno imparato il miracolo della viralità, o meglio hanno imparato che anche loro vogliono crederci, vogliono "stupirci"! Devono riprendere i valori di una volta, ma presentarli con il nuovo, in un packaging che sposi la loro modernità e il dinamismo, la performance e l'estetica.

Lo Stupore come nuova categoria politica

L'adesione è simil-ideologica non ideologica, l'adesione non ammetto dissenso, perchè l'adesione non ammetto pensiero, ma para-pensiero cioè opinione, l'adesione comunica con il gossip, coi i factoids o fattoidi, coi meme, non ci sono più le parole, ci sono immagini, ci sono gli oggetti che inquinano il campo. Il tutto per creare non un convincimento, ma una cappa di pervasività, di routine indefinità del rumore, che parte dalla rete, che prometteva trasparenza ma è sempre più opaca, e trova risonanza e booster nel sistema mediatico tradizionale.
Eppure lo stupore è una cosa importante, una cosa che riguarda ancora la capacità di immaginare. Nel 1994 Elemire Zolla, l'ultimo grande comparatista fra Oriente e Occidente, scrisse un libro dal titolo Lo Stupore Infantile, che iniziava così:

Qui dell'infanzia come premessa gloriosa e tradita dell'esistenza si parla, luogo ideale dove si cela l'Unità ed estasi da cui ogni sentimento promana. È nell'esperienza dell'infanzia che nasce la conoscenza senza dualità, la filosofia spinta al di là delle parole, sorta in India e di lì diffusa fino in Giappone come zen, in Tibet come rDsogs-chen. Dove si può ritrovare l'incanto dell'infanzia? Forse nella filosofia più pura, nella luce e nella tenebra pazientemente contemplate dalle tante tradizioni, nella rievocazione della natura vista da Goethe, nell'ascensione in montagna, nella migrazione costante, che ci porta alla periferia della verità.