La vita è sempre una bugia per noi adulti oppure per vivere dobbiamo mentire?

la vita bugiarda degli adulti
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la vita bugiarda degli adultiNon è un interrogativo facile il titolo di questa recensione, eppure sia il libro di Elena Ferrante, sia la trasposizione in onda su Netflix non si preoccupano di dare un giudizio morale su cosa significhi mentire per gli adulti. Siamo in un romanzo di formazione bello a chi piace la scrittura della Ferrante, io sono uno di loro. Ecco la recensione scritta per il Quotidiano del Sud con una piccola aggiunta: forse davvero non dobbiamo pensare alle vita bugiarda come relazioni sociali ma chiederci fino in fondo quanto siamo sinceri con noi stessi. Buona Lettura.

“Sono poche le ragioni per dire la verità. Mentre quelle per mentire sono infinite.” Trovo forte e vera
questa frase dello spagnolo Zafon, come spesso diventa vero che si può cadere in una spirale dove mentire
si pone come l’unica dimensione senza distinguerla dalla verità. Prendo questo come spunto per parlare
stavolta a Percorsi Seriali de LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI, tratto dall’omonimo libro di Elena Ferrante,
oggi la scrittrice italiana più famosa al mondo, e disponibile su Netflix dall’inizio di gennaio.

la vita bugiarda degli adultiSi tratta della
seconda volta che la scrittrice napoletana viene “adattata” per il piccolo schermo dopo il grandissimo
successo de L’AMICA GENIALE che avevo visto anche la produzione e la distribuzione dell’americana HBO.
Lo aspettavo per vari motivi, amo i libri della Ferrante e soprattutto mi incuriosiva un cast fatto composto
da Valeria Golino e Alessandro Preziosi diretti da Edoardo De Angelis, che fra può vantare un bel film come
Indivisibili, ma anche cose interessanti come Mozzarella Stories. Dal 4 gennaio è disponibile su Netflix la
nuova serie tv italiana La Vita Bugiarda degli Adulti, basata sull’omonimo romanzo del 2019 di Elena
Ferrante. Dopo il successo della fiction L’Amica Geniale, un’altra opera della scrittrice che ama nascondere
al mondo la sua vera identità, viene adattata per il piccolo schermo con un cast stellare che include Valeria
Golino e Alessandro Preziosi, per la regia di Edoardo De Angelis. Inoltre, per me la cosa più importante, la
stessa Ferrante ha curato la sceneggiatura della serie insieme a Francesco Piccolo e Laura Paolucci per
raccontare una storia familiare nell’Italia degli anni Novanta, suddivisa in sei episodi. Un racconto al
femminile e sicuramente un viaggio generazionale, che pone al centro un confronto che trova la sua forza
ed essenza nel rapporto tra Giovanna e sua zia Vittoria che, tenute lontane per molti anni, si ritrovano e si
scoprono simili.
la vita bugiarda degli adultiLa zia, considerata in un certo senso la pecora nera della famiglia, vive per conto suo a Napoli, ha un
temperamento passionale, è indipendente e ha delle idee ben precise su passato e presente. Giovanna sta
vivendo l’adolescenza con tutti i suoi tormenti, dubbi e sfide, quando incontra questa figura così nuova e
diversa dalle persone che hanno sempre fatto parte della sua vita. Zia Vittoria diventa una guida nel suo
percorso verso l’età adulta, alla scoperta del sesso, dell’amore, delle responsabilità e dei pericoli del
quotidiano. La paura di Giovanna è però di rovinare il rapporto con i genitori, in particolare con il padre,
proprio per il suo avvicinamento alla zia con cui la famiglia non ha un buon rapporto.
Diciamo subito che Giordana Marengo, che interpreta Giovanna, offre un’ottima prova e credo che
sentiremo parlare ancora di lei, visto che sa mescolare forza, insicurezza e dolcezza, deviando dagli
standard tradizionali a cui ci ha abituato un certo modo di fare tv nel nostro paese. Non era facile poi stare
accanto ad una Golino che domina la scena – non ne avevo dubbi – confermando la grande attrice che è
stata e che è, non va dimenticata che ha lavorata a Hollywood per produzioni importanti. E poi c’è Napoli. E
forse tutto questo poteva venire ed essere fatto solo da una città di questo tipo. Le grandi città della storia
hanno miti fondanti basati sul sangue – Roma, la mia città, ne è un esempio – mentre qui c’è una donna,
una straniera, la sirena Parthenope che si ferma per vivere un amore che in patria era ostacolato. Una
storia di tras -formazione e di grandissima forza che è anche questa. De Angelis confeziona una serie ricca
di contenuto e messa in scena attraverso uno sguardo registico ambizioso e intrigante, con un ritmo che
la vita bugiarda degli adultisale di episodio in episodio, anche se all’inizio non è facile e la lentezza, specie nella prima puntata, a parte
il finale, spinge a non proseguire. Io vi invito a non farlo, è come giudicare un libro, neanche dalla copertina,
ma soltanto dal lettering del titolo. La qualità ha bisogno di tempo. La protagonista, Giovanna, può
sembrare un doppio della zia, alle prese con i primi amori, le scelte politiche e le scoperte sessuali. Si sente
“brutta”, dice di avere un brutto carattere e di voler essere in fondo solo amata e, come una qualsiasi
adolescente, cerca l’approvazione degli adulti, anzi della zia. La zia è agli antipodi della borghesia
napoletana; sembra scorbutica e crudele, in realtà è solo istintiva, segue il cuore, è una donna che ha
sofferto e ha dovuto ricominciare da capo senza gli agi del mondo del Vomero. La Golino riesce a rendere il
carattere forte e l’apparente “bruttezza” (morale) di Vittoria e riempie lo schermo con la sua presenza
pregnante e la sua forza ammaliatrice. Valeria Golino, come il suo personaggio Vittoria, è l’unica, tra gli

adulti, che davvero si distingue. La parola BRUTTA è una keyword importante in questa storia è fotografa
molto del disagio della contemporaneità e non solo dei giovani ma degli adulti che sono costretti a mentire
per poter vivere un momento di vita vera. Non è giustificazione quella dica, piuttosto il sottolineare una
mancanza di coraggio endemica dell’educazione, anzi dello sviluppo: sei adulto, allora menti! Noi qui siamo
sia Giovanna che Vittoria, siamo entrambe, che percorrono un labirinto fatto di personaggi feriti, dolenti,
aggressivi ed incattiviti proprio perché gli è mancato il coraggio di essere sé stessi. Fino in fondo. Non
piacerà a tutti, alcuni cambieranno canale, altri diranno che è noioso. Mi spiace per loro, ma d’altronde
mentire a sé stessi è tipico degli adulti.

L’AMICA GENIALE
la vita bugiarda degli adultiNon potevano non parlarne. L’Amica Geniale è una serie televisiva italo-statunitense creata da Saverio
Costanzo e trasposizione dell’ omonima serie di romanzi di Elena Ferrante famosa in tutto il mondo. È in
pre-produzione anche la quarta e ultima stagione, tratta dall’ultimo libro della tetralogia, Storia della
bambina perduta. La serie narra dello speciale legame che unisce Elena è Lenù Greco e Raffaella Cerullo è Lila,
due ragazze degli anni cinquanta che crescono in un rione di Napoli. Se Elena è talento e dedizione,
Lila è puro genio e sregolatezza, che nasconde un’emotività complessa e profonda. Queste differenze
portano le due ragazze a entrare in competizione e ad essere l’una lo stimolo dell’altra durante la crescita e
l’adolescenza, in una Napoli che cambia e cresce insieme a loro. Tutti i libri, così come le stagioni, seguono
le loro vite e la loro amicizia.