La notte che bruciammo Rome

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Arrivammo che l'alba era passata da parecchio. L'aria sapeva di benzina bruciata, sporca e anarchica come il codice di un virus di terza mano. Off prendeva un caffè corretto al tannino e le lenti blu, che portava per coprire le orbite, sembravano schizzarle fuori. Lo schermo dell'ufficio mandava il footage di un'ultima sfilata di Lady Gaga che imbracciava un fucile scarico a forma di croce greca, come una chiesa che azera che avevo immaginato. Mi avvicinai al tipo dietro il bancone.

PAUSA

Off mi anticipò e interruppe il flusso, era su di giri, lo stato necessario. Passai dietro al bancone e superai la sicurezza, mentre lei continuava a girare velocemente su se stessa. Chiusi la porta.

PLAY

Fissa i suoi occhi.
-Voglio vedere Orson.
Lui mi rispose senza neanche voltarsi.
Stava bruciando tutto. Tutto stava nello stabilire dove e quando.
-Devo vederlo.
-Perchè?
Quello ancora non lo sapevo.

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