La buccia dell’odio

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Quanti razzismi esistono? Si può distinguere fra un odio di serie A e serie B e di conseguenza su una classifica dei razzismi? Il maschilismo è razzismo o cosa? Ed il body shaming o fat shaming è razzismo? In sostanza dire a qualcuno negro di merda è come dirgli ciccione di merda o no? Meglio o peggio? C’è una classifica dell’odio? E se c’è su che basa si fa? Sulla percezione di una persona? Sul comune sentire? A me sembra che tutto questo sia la buccia dell’odio ma il frutto è sempre lo stesso.

Mi piacerebbe poter dire che c’è una concezione del razzismo da definizione della Treccani. Purtroppo non è così. Perché c’è una concezione di razzismo ferma sola alla prima parte della Treccani. Fa fatica leggerle tutte. Basta andare poco più avanti e si trova questa: Più genericam., complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizî sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori.

Non ci vuole poi tanta fantasia a capire che il concetto base è la diversità, che vuole dire forma fisica, intellettuale, morale e di qualsiasi natura. E ribadisco natura!
Nessuno di noi è perfetto e spesso facciamo commenti e pensieri che teniamo per noi e sappiamo essere sbagliati, perché in quel mondo vogliamo colpire la persona attraverso le sue caratteristiche esteriori, ma vogliano colpire quella persona.
Bisogna saperlo per, esserne molto consapevoli, perché si corre un grosso rischio: l’autoassoluzione! Perché se dei bambini gridano “negretto di merda” in alcune scuole vengono avvisati i genitori, quando succede, mentre se dicono “ciccione di merda” nella maggior parte dei casi questo non succede. Magari viene anche detto “è ma quello è ciccione!”


Abbiamo titoli di giornale dove ragazze stuprate sono ridicolizzate e quasi incolpate figuriamoci se ci si può occupare dei ciccioni, dei nani e di chissà quanti altri.
L’odio agisce e si mostra in tantissime maniere, ma il suo gusto è sempre lo stesso. Identico. Amaro. Chi non lo ha provato sulla sua pelle non può minimamente comprenderlo. Per queste persone il razzismo resta una bellissima questione “estetica” e non sostanziale.

Ha scritto Alda Merini: La verità è sempre quella, la cattiveria degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un santuario di odio dietro la porta socchiusa.
La buccia dell’odio nasconde un gusto velenoso. Ed in molti hanno già mangiato il suo frutto.
E forse gli piace anche.