Golden Globes: iniziano i premi

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Eccolo qua Ricky Gervais mentre faceva il suo monologo durante la serata di premiazione dei Golden Globes, che danno il via alla stagione dei premi per lo spettacolo. Come sempre accade ci sono state polemiche per i vincitori e i vinti, qualche premio c’è piaciuto, e non poco, alti hanno fatto praticamente ridere e ci sono sembrati non adatti. Veniamo al momento più divertente della serata dei Golden Globes, a parte Gervais.

Leonardo DiCaprio non si è trattenuto e appena ha sentito che la popstar Lady Gaga aveva preso il premio non è riuscito a trattenere le risate. La bionda si è vendicata, diciamo, dando una leggera spintarella mentre passava accanto al grande attore che non vince mai, ma a che a noi piace tanto. Io non penso che lei meritasse il premio, visto che nella stessa cinquina c’erano Felicity Huffman per American Crime e Kirsten Dunst per Fargo – se si doveva premiare una bionda era meglio lei. O forse, visto come sta andando, male, American Horror History Hotel, forse ero un tentativo per risollevarlo. Anche perché lei se la cava bene in un disastro senza soluzione.
Veniamo all’altro momento bello e d’orgoglio della serata, cioè quando Quentin Tarantino ha ritirato il premio per la miglior colonna sonora al posto di Ennio Morricone. Non siamo
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felici per il fatto che è italiano, non è campanilismo, ma il maestro Morricone ha davvero scritto melodie fondamentali per la storia del cinema, come quelle di C’era una volta in America del grande Sergio Leone.
Giusta la scelta di premiare Maura Tierney per The Affair, una delle poche cose per cui si poteva continuare a guardare una serie che ha segnato il passo, giusto anche il premio a Cristian Slater per Mr. Robot, anche se il premio come migliore serie drammatica mi lascia perplesso. Io avrei premiato Narcos. Entrambi hanno dei difetti, però quella su Pablo Escobar ha un registro da docufiction che poteva essere salutato come innovativo, comunque Mr. Robot è piaciuto molto dalle parti di Io e Orson. Oscar Isaac è stato bravo in Show me a hero, ma che Idris Elba non abbia preso un premio né per Luther, né per Beasts of no nation mi sembra uno scandalo. Come non capisco, colpa mia forse i premi a Mozart in the jungle. Una comedy carina, non lo nego, ma a lungo andare ripetitiva, poi Gabriel Garcia Bernal è un discreto attore, ma, nel bene e nel male, si è sempre distinto per interpretazioni molto simili fra di loro. E’ anche vero che questa comedy è stata fortemente “pompata” negli Stati Uniti, le ragioni per ora non si conoscono, forse i signori di Amazon hanno capito che era meglio puntare su questa che su Transparent, a mio avviso migliore.
La vittoria di Joe Hamm era scontata, credo sia un giusto riconoscimento all’uomo che ha guidato Mad Men e il suo cast, un capitano che non ha mai abbandonato la nave anche quando sembrava senza bussola, poi è un ottimo attore.
Sono contento anche per Taraji P. Henson che vince come attrice per Empire, per Mark Rylance è stato il premio generale, quello per la miglior miniserie per Wolf Hall, la scelta culturale, nonostante una certa lentezza ha pagato. Inoltre Rylance sarà sicuramente in lizza per gli oscar come miglior attori non protagonista in Il ponte di spie.
Il film di Inarritu è tutto da vedere, come sempre, come quello di Tarantino, entrambi a breve anche sugli schermi italiani. Non vediamo l’ora.