God Bless The Crown!

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Questa rubrica è a suo modo partigiana. Felice di non essere solo e di vedere che l’avventura iniziata sul mio blog oltre otto anni or sono sta avendo ragione ed ogni tanto procura enormi soddisfazioni. La serialità televisiva è uscita totalmente dal ghetto dell’intrattenimento di basso livello, nonostante c’è chi continua a considerarla tale, ma ora chi lo fa è considerato come gli anziani umarells, come dicono i bolognesi, che commentano i lavori ai cantieri. Siamo in un momento di regine che stanno commuovendo il mondo della tv. Dalla “regina degli scacchi” Beth non potevo non andare direttamente alla nuova stagione della serie tv che racconta la vita dell’attuale famiglia reale inglese, i Windsor. The Crown è arrivata su Netflix alla sua quarta stagione è già tutti stanno chiedendo quando uscirà la quinta.


The Crown è la dimostrazione di come la narrazione del vero genere drama, non solo del feuilleton da romanzo rosa, abbia trovato casa nel “piccolo schermo”, lasciando al grande schermo, quando si potrà tornare tranquilli in sala – speriamo presto – lo spettacolo di genere più legato agli effetti speciali. Questa è un cambiamento epocale. Spero che i miei professori universitari leggendo queste considerazioni continuino a dichiararsi fieri di me e non mi levino il saluto.

Torniamo alla famiglia reale che non ha ben accolto l’ultima stagione di The Crown, anzi pare che la regina, proprio Elisabetta II, sia arrabbiata. Ci dispiace però questa è la migliore stagione di The Crown, che già era una serie splendida. Sembrava, dopo la prima stagione, che la regina Elisabetta II fosse una tra le più entusiaste fan di The Crown. Ma, con la quarta stagione della serie Netflix e la rappresentazione, eccessivamente drammatica, dell’amore tra Lady Diana Spencer e il principe Carlo, ogni certezza si è persa. La famiglia reale si è detta annichilita dalla ricostruzione che Peter Morgan ha fatto del suo passato ed Elisabetta, un tempo presunta sostenitrice della serie tv, è stata annoverata tra coloro che oggi ne sono orripilati. Parliamo di insinuazioni di tabloid come The Sun, che non hanno mai brillato per giornalismo impeccabile. Però molti si chiedono se davvero mai la regina si sia mai espressa sulla serie o se addirittura l’abbia mai vista. Alcuni dicono che il “disgusto” sarebbe scatenato da errori di ricostruzione formale, altri invece parlano che i più arrabbiati sarebbero William ed Henry, visto che viene un po’ demolita l’immagine di Diana, la principessa del popolo, la principessa triste, ritratto nato dopo la tragica morte nell’incidente automobilistico di Pont de l’Alma il 31 agosto del 1997 insieme al suo compagno, il miliardario Dody Al – Fayed. In questo caso la polemica riguarda però uno degli aspetti più spinosi nelle vicende della casa regnante: il matrimonio tra Carlo e Diana, interpretati da Josh O’Connor e da Emma Corrin, che sono la parte centrale della quarta stagione. Non è piaciuto vedere Diana affetta da disturbi alimentari, che in più occasioni vomita in bagno perché non riesce a sopportare la tensione della vita di coppia e il fallimento dell’unione con Carlo.  Quest’ultimo poi è descritto, sin dall’inizio del fidanzamento con la giovane Diana Spencer, nella sua relazione extraconiugale con Camilla Parker Bowles, che diventerà sua moglie dopo la morte di Lady D. A questo si aggiunge il ruolo della regina Elisabetta II (Olivia Colman) gelida con Carlo e Diana, impermeabile alle loro richieste di comprensione, decisa a impedire la separazione della coppia reale.

Sono reazioni francamente comprensibili perché siamo di fronte ad uno storytelling che nonostante i poco più di vent’anni trascorsi ha avuto un profondo impatto emotivo e dove i protagonisti sono quasi tutti ancora in vita. Siamo più nella categoria della cronaca passata più che della storia. Eppure tutto questo non toglie nulla al valore di una stagione straordinaria dove davvero Peter Morgan ha dato il meglio di sé. Ogni parola ed ogni immagine sono pesate e pesanti nella descrizioni che vanno oltre il fattore estetico ma sono sempre narrative, come le scene di caccia e di pesca a Balmoral e in Irlanda. C’è ancora poi la difficile e triste questione irlandese, che forse Peter Morgan sente particolarmente, suo padre era una ebreo tedesco sfuggito ai nazisti che era riuscito ad arrivare in Inghilterra. Nella morte di Lord Louis Mountbatten, lo zio Dick, a cui Carlo era molto legato, avvenuta in un attentato ad opera dell’IRA, l’organizzazione terrorista irlandese, sia riesce a notare un equilibrio di pathos incredibile nel mostrare la sepoltura del nobile, scandita con le immagini ed il ricordo delle vittime del Bloody Sunday dove i soldati inglesi spararono sui manifestanti irlandesi in una domenica del 1972. Una sequenza molto difficile che prova quanto la serie sia veramente di livello molto alto. Livello che è merito anche del cast, prime fra tutte Gillian Anderson nel ruolo di Margareth Thatcher, e la regina Olivia Colman, che non è una scoperta – vi consiglio di ritrovare Broadchurch meraviglioso poliziesco con David Tennant. La Colman e la Anderson riempiono lo schermo coi i loro silenzi e riescono a recitare anche con le loro acconciature! Olivia Colman che lascerà il ruolo nella quinta stagione, come fece la splendida Claire Foy dopo le prime due, ad un’altra interprete, si pensa ad un’altra meraviglia britannica come Imelda Staunton (nella foto sopra), vista in Downton Abbey ed Il segreto di Vera Drake. Un passaggio di testimone già previsto per il susseguirsi degli eventi. Per vedere la prossima stagione però si dovrà aspettare la seconda parte del 2022. Tranquilli non ci sono ritardi cause proteste di casa reale, anche perché The Crown sta segnando un nuovo standard nel genere drama delle serialità televisiva. God Blessi It!

 

Se The Crown ha risvegliato la vostra voglia di vedere le storie dei reali allora rimanendo in Inghilterra non potete non recuperare Victoria, tre stagioni sulla sovrana inglese con il più lungo periodo di reggenza – anche se Elizabeth vuole insidiare il primato – con una brava e bella Jenna Coleman, già famosa per essere stata una delle assistenti del Doctor Who, una di quelle serie tv che sono lo status nel mondo anglosassone.
Andando più indietro The Tudors. La serie racconta, in chiave romanzata, l’intero regno di Enrico VIII, re d’Inghilterra e di Irlanda fino al 1547, interpretato dall’attore irlandese Jonathan Rhys Meyers. In particolare, ampio spazio è dato al rapporto intensamente conflittuale che il re ha con la sua primogenita Maria. Incentrato su Enrico nella serie compaiono i suoi tre figli e futuri monarchi, Edoardo VI, Maria I ed Elisabetta I.