Gli astenuti e lo zapping [politica come social tv]

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Gli astenuti e lo zapping [politica come social tv]

E' la solita corsa dopo ogni elezione, almeno da 20 anni, da quando in Italia il tasso degli astenuti è diventato considerevole. Peccato che se davvero fossero stati i tuoi – lo divo rivolgendomi all'ipotetico candidato – magari ci sarebbero andati alle urne.
L'astensione ha tante ragione ma va anche considerata una scelta politica, soprattutto quando ha certe dimensioni. Però poi vengono a dirti "Eh, ma poi non si riesce a governare", appunto! Forse è proprio quello il segnale, forse chi si astiene, non tutti per carità, però parecchi si comportano come di fronte ad una tv, così stanchi di fare zapping che la tv la spengono proprio. La politica a questo punto cosa fa? La televisione italiana ha visto una fuga del suo pubblico, verso altre cose, satellite, streaming, canali digitale e tanto altro. In compenso la tv zombie generalista ha vomitato forse la produzione, qualitativamente parlando, più bassa di sempre e la fuga è continuata. Eppure le cose non sono cambiate, anche perchè le abitudine degli spettatori sono dure a morire, perchè solo alcuni segmenti esplorano nuovi lidi, anche se poi alcuni la sfida la stanno vincendo. Allora sono arrivati i social, quindi social tv, così puoi condividere, partecipare in diretta, commentare programmi che sono o scarti di magazzino, oppure idealmente vecchi. Così abbiamo visto la "calata" della politica nei social network, sono ovunque, credo anche su Instagram. Eppure gli astenuti crescono e gli spettatori fuggono.
Presto avremmo direttori di rete e autori che diranno che i milioni di persone che non hanno acceso la tv in realtà sono fedelissimi del loro programm tv! Magari un pò di coraggio e tentare una strada più nuova aiuterebbe, ma Orson non vuole chiedere tanto.