Questa immagine, realizzata dagli amici di Comingsoon restituisce abbastanza bene il dualismo di Ghost in the shell, ultimo film con Scarlett Johansson, remake del rivoluzionario anime che segnava il punto più alto della rivoluzione cyberpunk nell’immaginario. Il film è buono, però siamo lontani dal riuscire a rendere quello che è stata la portata di novità, soprattutto culturale, che ha avuto prima il manga di Masume del 1989, poi l’anime, i sequel e la serie successiva. Certo che nel film c’è il grande Takeshi Kitano.
Takeshi Kitano è
Il rest del cast non mi ha convinto, da Batou a Togus, anche la Binoche nei panni della dottoressa Ouelet non convince. Però qui entriamo nelle scelte dovute alla sceneggiatura. Sanders, il regista, deve molto all’anime – alcune parti sembrano fotocopie – però manca qualcosa. Prima di tutto la musica, è quella di Kenjii Kawai è stata una delle colonne sonore degli ultimi 22 anni, questo è il tempo intercorso fra l’anime e il film live action. Nell’ultima versione si perde molto del mistero ed è un grosso guaio. Ghost in the shell è il termine di una rivoluzione degli anime giapponese iniziata con Akira, grande anime del 1988, terminata proprio nel 1995, dopo Ghost in the shell è diventato un media franchise con eccellenti risultati, compresa la serie tv Stand Alone Complex. Non si può raccontarla in un post. Per farvi capire le differenze vi linko questo video che fa vedere i titoli dei due film, almeno ascolterete una parte della musica e capirete da dove vengono alcune idee di Matrix, come quella dei titoli.