“Che palle la cultura!” Foglietto #27maggio

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“Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri (…) Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque voglia.”
Antonio Gramsci

Capisco che oggi citare qualunque pensatore, scrittore, suono e oggetto vicino alla Russia e alla sua cultura sia considerato roba da rogo, però Antonio Gramsci, italianissimo e bipartisan, perché perseguitato da fascismo e comunismo, sulla cultura ha perfettamente ragione.
Cultura è una parola come memoria: abusata in una maniera incredibile. Tanto che se si chiede in giro cosa voglia dire credo che molti rimarranno muti oppure diranno qualcosa che sa di molto noioso.

“Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.”

Questo lo diceva Oriana Fallaci e mette sul piatto un’altra parola importante: dignità. C’è anche “coscienza” che non mi sogno minimamente di mettere in secondo piano.
Però restiamo sempre nella sfera del “ammazza che palle”, romanamente detto.

“Ancora non si è capito che soltanto nel divertimento, nella passione e nel ridere si ottiene una vera crescita culturale.”
E se lo dice un premio Nobel come Dario Fo forse un pensierino bisognerebbe farcelo. Perché si è diffusa l’idea della cultura come noia? E poi come si riempie la noia.
Se Schopenaurer dice:
“La nostra esistenza è qualcosa di essenzialmente irrequieto: per questo motivo l’inattività completa ci risulta tosto insopportabile, determinando la più spaventosa noia” è anche vero che l’inattività ha diversi significati per ognuno di noi. Ci sono quelli che si “divertono” ad andare a pesca, chi a fare sport, chi a fare chissà che cosa, chi a non fare nulla. Si dovrebbe ragionare anche su come ad un certo punto il conglomerato industria-media abbiamo puntato sul “divertimento” a tutti i costi. E non dite che non è vero perché altrimenti non avete mai visto un canale tv, informazione, compresa negli ultimi 30 anni!
Meno male che poi c’è stata la rivoluzione SLOW.

“Lasciateci leggere e danzare – due divertimenti che non potranno mai fare del male al mondo.” Voltaire unisce due cose che oggi sembrano in antitesi fra loro, perché qualcuno ha imposto che sia così e anche detto che l’uno e/o l’altra era perdita di tempo.”
Voltaire

Il tempo che vi divertite a sprecare non è tempo sprecato e certe cose che non sono necessarie, possono essere essenziali.
(Abraham Maslow)

Già cultura e divertimento sono visti ed inquadrati come tempo libero, termine più gentile per perdita tempo. Chissà di cosa hanno paura se dicono così.
Chiude con un eretico, perché anche se molti lo negheranno questo è il tempo degli eretici e perché gli eretici sono i veri rivoluzionari, e nessuno sarà mai eretico come il monaco Giordano Bruno, che solo per il fatto di pensare è stato bruciato vivo.

Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto.

Buongiorno e scusate il disturbo