E stavolta Netflix ci porta il mito del Brasile

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La mitologia non è una bugia, la mitologia è poesia, è metafora. E’ stato giustamente detto che la mitologia è la penultima verità – penultima perché l’ultima non può essere espressa con delle parole. E’ oltre le parole.
Questa bellissima citazione è di Joseph Campbell, autore de L’Eroe dai Mille Volti, uno dei più bei libri sul mito. Si, stavolta parliamo proprio di mitologia, perché la serialità si nutre della mitologia, la usa, la riscrive attraverso la sua matrice ed i suoi codici narrativa. Tenete sempre a mente una cosa: la mitologia non è mai una. Ne esistono tantissime e sono tutte pronto ad accogliervi. Buona Lettura.

Non solo spiagge ma molto di più

Un bimbo piange nel vedere il viso di un guerriero con il casco da battaglia indosso. L’uomo, svelto, lo leva ed abbraccia commosso suo figlio che ora riconosce il padre e si perde in quella stretta affettuosa e consolatoria. A parole mie, mai degne e paragonabili a quelle del grande Omero, questo è una delle scene più belle e toccanti dell’Iliade. La mitologia ed il folclore sono lo storytelling dei popoli del mondo. Si possono disegnare atlanti e mappe geo-storiche delle evoluzioni del nostro piccolo pianeta. A volte sembrano dimenticate, ma in realtà li usiamo ancora. Oggi lo fa una nuova serie brasiliana, in onda su Netflix, Città Invisibile. Il Brasile è un paese che spesso noi identifichiamo solo con spiaggia, ballerine e calcio, una semplificazione troppo sbrigativa per il sesto paese per estensione nel mondo, più grande dell’intero continente australiano per capirci.

Questa storia si apre durante una festa in un piccolo centro abitato, Vila Torè, disperso in un’antica foresta. L’antropologa Gabriela, interpretata da Julia Konrad, lavora qui da tutta la vita cercando di preservarne cultura e tradizioni. Balla insieme ad una bambina, sua figlia Luna. Eric, suo marito, l’attore Marco Pigossi, agente della polizia ambientale, è rimasto a casa a com

pletare del lavoro arretrato. All’improvviso la festa viene interrotta dallo scoppio di un incendio che si diffonde rapidamente. La piccola crede che le strane fiamme siano la scia del Curupira, una magica creatura protettrice di quella natura. Corre veloce nella foresta. Lì. però, l’attende, qualcosa di malvagio che porterà poi alla morte sua madre, accorsa per salvarla. Un mese dopo, Eric, ancora sconvolto dalla misteriosa morte della moglie, prova a tornare alla routine del suo lavoro ma, non convinto che la morte di Gabriela sia accidentale, è intenzionato a scoprire la verità. L’indagine che l’uomo intraprende lo porterà ad entrare in contatto con un mondo segreto, mistico e misterioso, popolato dalle più famose entità del folclore brasiliano: la potentissima Cuca (Alessandra Negrini), il dispettoso Isac (Wesley Guimarães), l’ammaliante sirena Camila (Jessica Cores), il burbero Tutu (Jimmy London) e, ovviamente, il Curupira (Fabio Lago). Ognuna di loro sembra aver avuto origine nella foresta attorno a Vilà Torè, in circostanze estremamente violente: c’è chi è stato ucciso dal proprio amante, chi ha perso il figlio appena nato e chi, da schiavo, è stato violentemente punito dal proprio padrone. Tutti loro sono rinati grazie alla magia della foresta, ora, come loro, progressivamente inghiottita dalla città, però il legame è profondo ed indissolubile. C’è qualcuno però che complotta eliminarli, qualcuno che mette in grave pericolo tanto la loro immortalità quanto la foresta che li ha creati. Eric scoprirà presto che chi sta minacciando le magiche entità potrebbe anche essere il responsabile della morte di sua moglie, e che quanto sta accadendo è in qualche modo legato alla sua infanzia e alla sua famiglia.

Il mito sta piacendo sempre di più. Ovunque.

Non è la prima volta che Netflix propone una serie che ha come cornice e cardine il folclore. Recentemente c’era stata la danese Equinox che ha riscosso un buon successo. Città invisibile è primo progetto di live action sotto la guida di Carlos Saldanha, candidato a due Oscar e famoso per i film di animazione L’era glaciale e Rio. Le tematiche richiamano quelle del citato Equinox: i rapporti familiari ed il tema dell’accettazione diversità in particolare, anche se qui c’è forte lo scontro tra passato e presente, tra antico e moderno, con il tema dell’ambientalismo e di riuscire a coniugare il proprio passato senza perdere le proprie radici. La “città invisibile” è quella in cui vivono queste creature allo scoperto con gli umani, ma al tempo stesso in incognito dagli umani per potersi proteggere. Diviene così una metafora della diversità, dell’emarginazione, degli “invisibili”, tematiche importante a tutta la letteratura latino-americana, alla “teologia della liberazione” e all’attuale pontefice Bergoglio. La sceneggiatrice Mirna Nogueira e i registi Luis Carone e Julia Jordão riescono rendere in maniera convincente questo tema, sicuramente non nuovissimo, regalando la possibilità di scoprire una realtà mistica lontana ed affascinante come quella brasiliana. Nonostante il finale aperto, non è ancora chiaro se ci sarà una stagione successiva, ci sembra che sarebbe stato anche più importante soffermarsi in maniera diversa sulle origini della mistica e dell’antropologia della foresta per rafforzare la narrazione che a volte appare un po’ lenta ed impacciata. I flashback che appaiono all’inizio degli episodi sono molti interessanti ma spesso non sufficienti. Il prodotto è gradevole, a volte però il ritmo della narrazione viene abbandonato a favore delle bellissime location. Se invece si fosse lavorato maggiormente sull’incrociare le storie il risultato sarebbe stato più convincente e coinvolgente, soprattutto per un paese come il Brasile che è ricchissimo di elementi e di fascino, basta pensare al successo che ha avuto la capoeira, la danza-lotta degli indagini, quando è stata fatta conoscere al resto del mondo. Per non parlare di uno dei paesi che può vantare uno dei panorami musicali qualitativamente più amati, i nomi degli artisti della samba, della bossanova e del jazz latino sono nel cuore di moltissimi.

American Gods è un must

Equinox è una serie di origine danese che racconta la storia di Astrid che ha solo 9 anni nel 1999 quando un’intera classe di liceali in festa per il diploma scompare inspiegabilmente senza lasciare traccia. Dopo 20 anni viene tormentata da incubi terrificanti. La giovane finirà per scoprire delle terribili verità. Miti e folclore sono il nucleo centrale di American Gods, la serie tratta del famoso romanzo di Neil Gaiman.  Qui abbiamo a che fare con gli dei per eccellenza della nostra tradizione, cioè quelli dell’Olimpo, capitanati da Mr. Wednesday che propone a Shadow, appena uscito di prigione di lavorare per lui come guardia del corpo in cambio di un lauto compenso. Questa collaborazione, tuttavia, lo porterà a rivalutare tutto ciò in cui credeva, trasportandolo in un mondo in cui miti, leggende e dèi sono più reali della realtà stessa.