Diabolik e gli altri. Il mucchio criminale italiano

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Magnus e Max Bunker da giovani

Magnus e Max Bunker da giovani

C’è stato un momento in Italia, forse non solo uno, dove siamo stati moderni, dove a forza di copiare dall’estero, di leggere e sfogliare albi a fumetti che venivano da fuori, siamo stati creativi e innovativi; abbiamo preso i semi altrui e ci siamo inventati cose che hanno fatto scuola e sono rimaste a monito. C’è stato un momento e speriamo ci sarà ancora.

A Cosenza per la tre giorni del Festival del Giallo si è aperta anche una piccola mostra su Diabolik, una degli eroi criminali più famosi al mondo, invenzione delle sorelle Giussani, che a guardarle in foto sembravano due brave impiegate del settore editoriale, sulle suggestioni di Fantomas, realizzando una piccola rivoluzione il fumetto tascabile. Leggenda vuole che Angela abbia avuto un’intuizione guardando i pendolare la mattina in treno: realizzare un fumetto che potesse stare nella tasca di una giacca. Il 1mo Novembre del 1962 esce Il re del terrore, primo numero di Diabolik. Sempre nel 1962 la Mala, quella che nella storia prenderà il nome di leggera, nata col “colpo” di via Osoppo del 1958, Vallanzasca evade per la prima volta dal carcere, Strehler continua col suo canzoniere della mala e Luciano Bianciardi pubblica il suo capolavoro, La vita agra, che racconta la Milano dell’industria culturale di Milano, che in quel momento rappresenta un parte vitale del paese. Quella città e quell’anno sono importanti per questa nostra storia, perchè rappresentano l’esordio di Luciano Secchi, in arte Max Bunker. Due anni dopo lui stesso ingaggerà un giovane sceneggiatore, Roberto Raviola, in arte Magnus, dando vita così alla coppia d’oro del fumetto seriale italiano, che creeranno un pantheon di eroi e anti-eroi del mondo criminale: Satanik, Kriminal, Gesebel, Dennis Cobb – Agente SS018 e Maxmagnus. Non solo, visto che 1969 daranno alle stampe le avventure di Alan Ford e del Gruppo Tnt, che poi vedranno anche la diffusione di massa grazie all’animazione e alla tv nel programma contenitore Supergulp – Fumetti in TV, prima nel 1972, poi per 4 anni dal ’77 all’81. Eppure Secchi non si accontenta, diventa scrittore e pubblica i racconti dell’Agenzia investigativa Riccardo Finzi, che sul grande schermo avrà il volto del milanese Renato Pozzetto.

Nel novembre 1967 Secchi fonda Eureka, rivista antologica di straordinario successo (questa incarnazione termina alla fine del 1984, assieme alla Corno), che ha avuto il merito di portare a conoscenza del grande pubblico personaggi quali The Spirit di Will Eisner, Andy Capp, o gli italiani Sturmtruppen e Lupo Alberto. Sempre a lui si deve l’arrivo in Italia dei supereroi di Stan Lee quali l’Uomo Ragno (apparso nelle edicole italiane il 30 aprile 1970), l’Incredibile Devil e via via tutti gli altri, dai Fantastici Quattro a Hulk, da Thor ai Vendicatori, da Capitan America ad Iron Man, dagli X-Men a Namor. Il merito di Secchi-Bunker è quello di essere stato un grande innovatore e di aver sprovincializzato la cultura pop italiana, un salto forte soprattutto in nome dei generi, ma soprattutto in nome della produzione seriale. Una ricerca che darà un contributo importante all’identità dell’industria culturale italiana, prima di un altro salto, quello dei “cattivi ragazzi” che si raduneranno intorno a Cannibale e Frigidaire, parliamo di Andrea Pazienza, Filippo Scozzari, Tanino Liberatore e Stefano Tamburini, prematuramente scomparso nel 1986.

Non si può chiudere questa storia senza raccontare il talento artistico di Magnus, straordinario in tutto, ma soprattutto nella serie de Lo Sconosciuto, forse una delle vette più alte del fumetto italiano, tratta di un mercenario, ora bodyguard, ora impiegato in faccende molto poco pulite. Il fumetto nasce negli anni settanta, nel pieno fiorire del terrorismo italiano e internazionale. Infatti questi sono alcuni dei temi che si affacciano nelle storie, all’interno di scenari di scottante attualità: i paesi arabi, l’America Latina del narcotraffico, i Caraibi sull’orlo della rivoluzione. Vita complicata quello de Lo Sconoisciuto, un disincantato, una che le ideologie le ha sepolte in nome del realismo più crudo, del mondo come campo di battaglia in cui prendere il campo non come eroe, ma come arma di servizio. Il ciclo dello Sconosciuto si interrompe fino al 1996 quando Magnus, poco prima di morire, consegna a Comix l’ultima breve storia dello Sconosciuto, dedicata all’amico Bonvi precedentemente scomparso.