Dark: Netflix in Germania viaggia nel tempo

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Ben fatta, oscura e diversa da Stranger Things

Dark e Netflix fa ancora centro con una serie tv totalmente fatta in Germania. Dark è ambientata a Winden, cittadina con una importante centrale nucleare. Però parliamo soprattutto di un argomento molto amato dagli appassionati di fantascienza e fantasy. E non solo: i viaggi nel tempo. Soprattutto i paradossi temporali.

Sgombriamo il campo da equivoci, ho letto già alcuni post che affermano come Dark ricordi Stranger Things. NON C’ENTRA NIENTE! I protagonisti sono dei ragazzini, ma in realtà la vicenda narrativa è molto più complessa, soprattutto rispetto alla seconda stagione della serie americana che, personalmente ho trovato deludente, mentre mi era piaciuta molto la prima stagione, quell’overdose di anni ’80. Qui siamo all’ombra della centrale nucleare di Winden e qualcosa succede soprattutto perché spariscono dei bambini. I toni sono oscuri, d’altronde la Germania è la patria del romanticismo, che un certo tipo di nero lo porta con se, basti pensare anche alla corrente successiva dell’espressionismo e al cinema del primo novecento – con l’aggettivo nero non intendo nessuna connotazione politica.

Influenza Dark Steampunk

Andando avanti ci troviamo su un triplice piano temporale, non è poco, che mescola il presente, il 1986, con ancora una forte coda punk – molto forte in Germania – e gli anni 50, quando è stato introdotto il nucleare. Il paese sta uscendo ora dall’energia nucleare ed il dibattito è stato molto acceso. Oltre alla questione ambientale, ci sono altri forti elementi di questa serie che mi sembrano molto interessanti. La Ghostbusters Steampunkmacchina del tempo che viene mostrata è un bellissimo oggetto di estetica steampunk. Qui vi propongo un’immagine steampunk dei ghostbuster. Che cos’è lo steampunk?  Io vi ho linkato la risorsa di wikipedia, però non fermatevi stavolta, perché parliamo di una corrente artistico-letteraria, che si rifà ad alcuni romanzi di H.G.Wells e di Sir Arthur Conan Doyle. Lo steampunk passa per ogni branca dell’immaginario: cinema, tv, teatro, videogiochi e arte. Nata sul finire degli anni 80, è nel decennio successivo che trova uno sviluppo forte, anche grazie a due grandi scrittori del movimento cyberpunk come William Gibson, autore del Neuromante, e Bruce Sterling, autore di Isole nella Rete, forse i pensatori più influenti di quel decennio.  Non solo loro però. Dark è steampunk nella sua concezione, non tanto nell’estetica completa, ma nel modo di affrontare il passato e nell’eterno ritorno del grande filosofo tedesco Nietzsche, oppure nei corsi e ricorsi storici di Giovanbattista Vico.

33 in Germania, 23 in Italia

Il ciclo proposto da Dark è di 33 anni, poi le orbite di sole e luna si allineano e tutto ricomincia. Ipotesi affascinante, che chiama in aiuto anche il ponte di Einstein – Rosen, la base dei wormhole. Di recente nel nostro paese si ricomincia a parlare di elezioni politiche e abbiamo visto la nostra televisione riempirsi di figure che ricordano il 1994. Silvio Berlusconi si lascia intervistare in ogni dove, Massimo D’Alema è pronto a rispondere. Pensate che da allora ad oggi di anni ne sono passati solo 23. Un’analogia più veloce, ma sappiamo come il  nostro paese in certe cose sia molto diverso dal resto del mondo, eppure siamo anche di fronte a un wormhole, oppure no? Non sappiamo neanche quando saranno le elezioni politiche, eppure viviamo nell’illusione della novità, talmente forte che neanche lo steampunk riesce a descrivere questa estetica. Il presente è oramai quasi cancellato. Tempo fa coniai dai post di questo blog l’espressione post-presente, tenere insieme la nostalgia per il passato con l’assenza di futuro, giusto un anelare ad una dimensione differente, che ci faccia uscire dall’impasse in cui l’Italia è precipitata. Sempre che davvero non si viva nell’eterno post-presente. Oppure siamo come Jonas, nella foto, di fronte all’entrata della caverna. Incapaci di affrontare l’ignoto.