Dalle firme alle facce: il giornalista-brand

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Dalle firme alle facce: il giornalista-brand

Quanti di voi sanno cos'è Visverbi? Visverbi è un'agenzia di comunicazione e informazione. Non proprio. E', a ben vedere, un'agenzia di brand management di giornalisti. Non è proprio la stessa cosa, visto che in pochi del pubblico ragionino del giornalista come brand. Invece le cose nel post-presente cambiano in fretta e i personaggi pubblici hanno bisogno di gestire la loro presenza e le ospitate. C'è un articolo oggi su Europa che ne parla. Se vediamo la lista di alcuni nomi notiamo che sono tutti molto conosciuti: Giuseppe Cruciani e David Parenzo, conduttori de La Zanzara su Radio24, Filippo Facci, che oramai è più un ospite televisivo anche se scrive per Libero, Selvaggia Lucarelli, l'unico vero personaggio dello spettacolo di razza, Antonello Piroso, ora a Blogo, ma anche Paolo Mieli e Andrea Vianello, direttore di Raitre. C'è anche Andrea Scanzi, che iniziò come gaberista ed ora è il miglior conoscitore del m5s, secondo alcuni, oltre che conduttore di Reputescion sulla tv de LA3. Oltre loro, anche altri.

Nulla di male. Anzi, visto che oggi i professionisti sono al di là della loro classificazione vecchio stampo, è giusto che si gestiscono come un marchio, come un'azienda. Tutto legittimo e senza problema. Se lo fa un attore, un cantante, perchè loro no? D'altronde è la grande lezione di Marco Travaglio, oggi uno e trino dei media e dell'industria dell'infotainment. Filippo Facci disse di lui: Marco Travaglio non fa più il giornalista tradizionale, è una figura in via di definizione che fa un po’ satira, un po’ teatro, un po’ editoriali. Lo disse mentre era ospite di Scanzi a Reputescion, che aveva appena terminato un tour nei teatri. Certo vedere che nel programma di Scanzi vanno spesso personaggi che sono clienti della Visverbi fa un po' pensare, come il famoso flirt di un paio di estati fa, da alcuni giudicato trovata pubblicitaria, fra Cruciani e la Lucarelli. Sono state molte anche le ospitate di questi personaggi dentro ad Agorà quando era condotto da Vianello. Non c'è nulla di male. In fondo siamo nell'epoca dei servizi, non più dei prodotti.

Non penso male, neanche ci penso, d'altronde son tutte teste pensanti, professionisti acclamati nel loro campo, non c'è possibilità che magari si accordino sulle dichiarazioni da fare, per cercare spettacolo tramite una lite o un forte disaccordo, o una bravata tipo quella di Facci e Cruciani mentre andavano al Festival di Perugia. Certo le dimensioni politiche di questi personaggi, di queste facce dello spettacolo sono diverse e varie, un po' come l'azienda che vende minestre in scatola e quella che vende detersivi. Certo l'informazione dovrebbe essere cosa diversa da un prodotto come questi. Oppure no?