Odiare se stessi è odiare il sapere

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Spesso diciamo che ci sono persone che odiano la cultura. Crediamo che l’odio verso la lettura ed i libri sia l’apogeo di questa tendenza, che in parte c’è sempre stata ma che negli ultimi vent’anni sta trovando non solo nuovi adepti ma anche nuova potenza. Però secondo me stiamo sbagliando. È di più. Molto di più! Non è solo un problema del libro, quindi della forma più comune della cultura, ma più generale riferito al “sapere” anzi è più giusto dire ai saperi. A mio avviso nel rifiuto generale delle culture e dei saperi e delle culture nel senso più generale del termine ci siano un problema di accettazione personale.

Ci sono persone che odiano il sapere in tutte le sue forme e categorie. Non possiamo dire che solo il libro è cultura, lasciando fuori chi ascolta un’aria da Il Barbiere di Siviglia, oppure The Koln Concert di Keith Jarrett fino alle raccolte del punk e dell’hip hop del secolo scorso. Né posso lasciare fuori chi ammira i dipinti di Rubens, Picasso e legge i fumetti di Diabolik. Chi ama la cultura, le culture ed i saperi non si ferma di fronte agli steccati, anzi vuole sempre approfondire ed allargare il campo di indagine per trovare nuovi stimolo. Eppure ci sono persone che non hanno questa curiosità.

Molto spesso diciamo che tutto parte dall’odio profondo che hanno per la scuola. In fondo la scuola per loro è una perdita di tempo. Mi chiedo perché non gli si faccia leggere qualcosa di Don Milani, il priore di Barbiana, che passò la sua vita a fare scuola a chi non aveva avuto la possibilità di frequentarla – famosa la frase contenuta nel tema di uno dei ragazzi che recitava la scuola sarà sempre meglio della merda.  Che però esista un problema di narrazione dei saperi e delle culture sono il primo a dirlo. Allo stesso tempo oggi esistono tantissimi strumenti che sorpassano il problema delle forme culturali e della diffusione. Molti si lamentano dei social e della gente che passa troppo tempo sugli smartphone, dimenticando che su quei device ci possono essere intere biblioteche e poi i podcast insieme ad altri contenuti interattivi permettono di fruire e consumare saperi e culture in molte maniere. Eppure sembra non essere sufficiente. Anche io e tutti gli altri “consumatori di sapere” – voglio usare questa espressione sperando riesca a rendere l’idea – siamo andati alle stesse scuole, anche a me piace stare in compagnia, ridere, scherzare e non è affatto vero che chi ama la cultura ed i saperi è noioso. In realtà è curioso. Questo è per me il nodo principale: l’educazione alla curiosità.

 

 

 

“Io so con assoluta certezza di non possedere un talento speciale; la curiosità, l’ossessione e l’ostinata resistenza, unita all’autocritica, mi hanno portato alle mie idee.”

Questa frase è di Albert Einstein, uno di quegli uomini che ha cambiato il corso delle nostre vite con le scoperte della sua teoria della relatività. Qualcuno si sarà già annoiato pensando ai suoi capelli sparati. Ok.

“La fonte del potere sessuale è la curiosità, la passione.”
Lo ha detto Ainis Nin, grande scrittrice americana che ha cantato l’eros, e di certo non si può dire che l’amore e la passione non necessitano di curiosità. Anzi.
Tutta la vita necessità curiosità, anche perché la vita è risolvere problemi per usare il titolo di un famoso libro del filosofo Karl Popper. La curiosità ci permette di apprezzare quello che abbiamo intorno, come funzionano le cose e soprattutto come cambiarle per migliorarle. La curiosità riguarda il presente, il futuro ed anche il passato!

“Uno storico che non sa ficcanasare non è un vero storico.”

Questa frase è della splendida scrittrice francese Fred Vargas, creatrice del personaggio di Adamsberg, e ben sintetizza anche il grande successo dello storico Alessandro Barbero, oggi vero influencer ed oggi star del web e dei podcast. Sui social non c’è solo la Ferragni! 

“La cura per la noia è la curiosità. Non ci sono cure per la curiosità”,

scrisse la meravigliosa Dorothy Parker, animatrice elegante dei circoli letterari di un

Dorothy Parker

decennio che ha reso lo stile come forma d’arte, questo per sottolineare quanto possano sostenere che il sapere non ha stile. Tutt’altro! 
La curiosità è l’arma essenziale che ha permesso agli esseri umani di adattarsi e sopravvivere. Per questo per me la curiosità è la fonte della vita. Odiare i saperi è odiare se stessi. Chiedersi il perché delle cose è la molla sopravvivenza, compreso quella che fa andare avanti gli scienziati ed i medici nella ricerca di una cura o di un vaccino per risolvere la pandemia. Oppure pensate che i problemi si risolvano da soli? Provate a chiedervelo.