Cosa da soap-opera. Di Letteratura

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Questa è una storia vera, anche se sembra un romanzo, anche se al centro ci sono degli artisti, anzi dei veri e propri geni, riconosciuti da tutti. Nel tempo. La donna, anzi la ragazza, che vedete nella foto è Oona O’Neill, figlia del drammaturgo americano Eugene O’Neill, quello che scrisse Il lutto si addice ad Elettra nel 1936 e prima, nel 1920 Strano Interludio. Ha scritto tanto, ha vinto alcuni pulitzer ed è ancora l’unico drammaturgo americano ad aver vinto il Nobel nel 1936. E’ stato un pessimo padre. Ci interessa questo? Forse
A dirlo è proprio sua figlia Oona, che ha 16 anni è già protagonista delle cronache mondane, nei rotocalchi appaiono le sue foto mentre nei night club più alla moda sorseggia grandi bicchieri di latte, era molto conosciuta e magari certi strappi li consumava in privato. Siamo in un mondo dove gli scrittori erano delle vere star, era New York.
Proprio lì la ragazza conosce un giovane scrittore, già pubblicato su molte riviste, tranne su quella più importante, quella che è il sogno della sua vita: The New Yorker. All’epoca era la bibbia, non gli bastava Cosmopolitan, che prima di diventare quell’ammiraglia dei settimanali femminili che è ancora oggi, era un’importante rivista letteraria. I primi soldi li aveva guadagnati pubblicando un racconto su Stories, 25 dollari, rivista che ha fatto esordire molto grandi scrittore degli Stati Uniti. Il nostro protagonista conosce la bella Oona, la corteggia e la conquista, si dichiarano amore ma si sa che non è detto che debba durare, anche se sono dello stesso ambiente ricco di New York. Lui però è figlio di un imprenditore ebreo ed è stato espulso dalle migliori scuole della grande mela, una condizione necessaria se si vuole raccontare.
Intanto lui scrive un altro racconto, un embrione di romanzo, un seme di qualcosa che al New Yorker, dopo svariati rifiuti, anche se lo giudicavano un vero talento, piace e si decide a pubblicarlo. Lui è felice, ma il destino ci mette lo zampino ed arriva l’imprevisto: Gli Stati Uniti entrano in guerra. Ora, si capisce che non c’è spazio per pubblicare il racconto intimo di un giovane adulto al college, nonostante piaccia.
Passa un po’ di tempo, i nostri tubano, ma sono un po’ insoddisfatti. Lui vuole arruolarsi, viene rifiutato una prima volta, ma quando si ripresenta lo zio Sam lo arruola in fanteria. E lui, come ogni giovane, fa vedere ai commilitoni quant’è bella la sua fidanzata, che appare anche sulle riviste. Si scrivono lettere bellissime, piene d’amore e sentimento, ma Oona cede alle sirene dello spettacolo e si prepara al coast to coast che la porterà a Los Angeles, precisamente Hollywood, la mecca del cinema.
Oona un giorno accompagna un’amica ad un provino, lei è seduta sulla scena, accanto ad un camino, con un foulard in testa. La luce del fuoco le illumina il viso e in quel momento il destino ci mette ancora lo zampino, perché fa passare un uomo, un attore, un autore, un musicista, un genio, tutti racchiusi in un unico corpo: Charlie Chaplin. In un istante lui perde la testa, le fa il provino e si innamora e lei cede al suo fascino. I due si sposeranno, nonostante i 35 anni di differenza, nonostante tutti siano contro di loro. Eppure insieme staranno insieme fino alla morte di lui, insieme avranno otto figli, fra cui l’attrice Geraldine, che a sua volta chiamerà la figlia Oona, in ricordo della nonna.
-E il nostro? – mi chiederete.
Il nostro viene a sapere di essere stato lasciato dai rotocalchi. Torna a casa, sconvolto dagli orrori della guerra. E’ cambiato. Ricomincia a scrivere, si sposerà una donna che ha conosciuto in Germania, ma pochi mesi dopo finirà e riuscirà ad ottenere l’annullamento. Riprende in mano quel racconto, quell’embrione di romanzo, diventerà uno dei più grandi autori del New Yorker e nel 1951 lo pubblicherà come romanzo. Lui era J.D. Salinger e il libro non può che essere Il Giovane Holden.