Blanca: una donna che non vede ma che non ha paura di sentire

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blancaAmo ascoltare. Ho imparato un gran numero di cose ascoltando attentamente. Molte persone non ascoltano mai.” Mi chiedo se questa frase Hemingway l’abbia pensata dopo le tante chiacchiere fatte a Cuba con il suo grande amico Fidel Castro. Ascoltare sta avendo un fortissimo revival. Certo ancora ci sono ancora ci sono persone e personaggi che si riempiono la bocca con espressione come “civiltà dell’immagine”, però negli ultimi 2-3 anni la crescita mondiale di audiolibri e podcast è stata incredibile. Blanca è una donna che ha fatto dell’ascolta sia la sua vita che il suo mestiere. Per necessità. Raiuno ha realizzato la prima stagione del personaggio creato dalla scrittrice Patrizia Rinaldi, che ha avuto un buon risultato di vendite, specializzato in decodage. In questo Blanca è straordinaria.

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Lei ascolta e riconosce ogni suono ambientale, ogni voce, ogni sfumatura ed i relativi stati d’animo. Anche perché non è distratta dalle immagini è dalla vista. Blanca è cieca. Accompagnata da Linneo, uno splendido esemplare di molosso femmina di cui non puoi innamorarti a prima vista. Come non puoi non innamorarti di Maria Chiara Giannetta e del suo modo di essere e della sua voglia di vivere.
Siamo a Genova, la Superba, città portuale fatti di colori rosicchiati dall’aria salmastra che investe le narici, stimolati anche dall’odore del basilico del pesto, con nelle orecchie le grida dei camalli e dei tanti stranieri che abitano una città di confine votata alla musica. Punto forte della serie è proprio la colonna sonora dei Calibro 35, gruppo genovese jazz-funk, la sigla finale è un pezzo che una volta sentita si ascolta in loop per come riesce ad entrarti in testa. Blanca ha perso la vista in un incendio quando era quasi adolescente e dove è morta sua sorella maggiore. La serie inizia con il giorno più importante della sua vita professionale, quando arriva al commissariato genovese di San Teodoro per uno stage da consulente: è l’inizio della sua carriera in polizia, sogno che coltiva da sempre. Peccato che le sue alte aspettative di iniziare ad indagare al primo caso che si presenti, vengano dissolte dal classico ruolo da stagista che il commissario Bacigalupo (Enzo Paci) vede calzante per lei: caffè e fotocopie. D’altronde è ipovedente e donna. Per fortuna nell’ispettore Liguori (Giuseppe Zeno), inizia ad intravedere un timido alleato che colte le sue potenzialità la coinvolge subito nelle indagini sul caso di una donna uccisa brutalmente al porto. Fra i due nasce un rapporto di attrazione e ci sono molte fantasie di Blanca in cui la si vede avvinghiata al bel poliziotto dall’aria “maschia e vissuta” che ha situazioni sentimentali turbolente e che all’inizio non disdegnerebbe un incontro fugace, ma Blanca non ne vuole sapere. Non vuole essere una figurina della collezione. La cosa attira sempre di più il poliziotto. Chissà come finirà. Anche perché la stagista ha un altro pretendente, un simpatico cuoco che si dimostra molto interessato. Come molto interessato è qualcuno che la sta spiando e che sicuramente ha a che fare con la morte della sorella, per meglio dire l’omicidio. Questa è la storia di serie, cioè quella lunga, trasversale, che avanza a piccoli passi durante le puntate della stagione o delle stagioni. Tutti facciamo il tifo per una seconda.

blancaBlanca ha molto del Coliandro dei Manetti bros.: seguire con ironia le regole del genere, usare gli stereotipi per stravolgerli, a cominciare dall’uso dei personaggi secondari, tutti azzeccati, menzione speciale per il padre della protagonista, un meraviglioso Ugo Dighero, indimenticabile componente dei Broncoviz, il sodalizio comico dove militavano anche Carla Signoris e Maurizio Crozza. Gli elementi dei polizieschi e dell’hard boiled vengono caricaturizzati e stravolti con i toni della commedia, riuscendo così a fondere le differenti tradizioni del sistema dei generi, tecnica che, finalmente, in Italia padroneggiamo con ottimi risultati.
Blanca ha iniziato la sua corsa grazie alle prime immagini presentate alla settantottesima mostra del cinema di Venezia per poi giungere finalmente sugli schermi di tutti portando una ventata di rassicurante freschezza. La serie di Raiuno ha portato innovazioni visive e sensoriali che non passano di certo inosservate, visto che la produzione Lux Vide e Rai Fiction è la prima girata in olofonia, tecnica che permette di registrare in maniera di dare sempre più tridimensionalità ai suoni e che si accompagna alle varie innovazioni visive relative agli standard 4K. Blanca è una serie molto ambiziosa non solo al livello tecnologico, ma perché si propone e pone nel sentiero preso da Raifiction sulle figure femminili. Sono finiti i tempi delle donne passive che aspettavano sospirando il tombeur de femme di turno. Blanca è quella che bofonchia “gatta morta” ogni volta che arriva una sua presunta rivale intorno all’ispettore Liguori, quella che discute di uomini insieme alla sua amica estetista che oltre al lavoro passa da un corso di yoga ad una seduta di fitness in palestra. Il formato è quello dei cento minuti, cioè la durata di un film, cosa meno made in USA, ma non solo italiana, visto che ci sono tante serie crime e gialle, specie inglesi, di successo, da Vera a L’ispettore Barnaby, che si mantengono su questa durata. Francia e Spagna stanno già trattando l’acquisto. Non saranno solo loro. L’Italia della serialità sta crescendo ed è bello da dire nel venticinquesimo compleanno di Un Posto al Sole, serie a cui sono affezionato per motivi personali, che è stata in un certo l’inizio di un percorso di modernizzazione narrativa e produttiva della tv italiana. Blanca si va ad inserire nella splendida squadra fatta da Imma Tataranni, Lolita Lobosco, Mina Settembre e le altre.

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Donne che verranno

Stanno arrivando. Il crime italiano sta per avere nuove serie con protagonisti donne. Sicura è la produzione di Sara Morozzi, personaggio creato da Maurizio De Giovanni, il creatore del Commissario Ricciardi, Mina Settembre e dei Bastardi di Pizzafalcone. Sara è un ex membro dei servizi segreti oggi a riposo, sta per diventare nonna, ed è stata una spia silenziosa, invisibile, si occupava proprio di intercettazioni. Dote molto utile quando le arrivano vicende molto complicate da risolvere. Sembra in dirittura d’arrivo anche la produzione delle storie del questore Vanina Guarrasi, la siciliana creata da Vanessa Cassar Scalia. Forte, ironica e seducente, ma assolutamente non una “gatta morta” come direbbe Blanca. Nemmeno lei è una che vedrete in un reality di vip che senza sapere far nulla si autonominano influencer