Acqua di luce

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Acqua di luce

Ero stato frenetico, non m'ero fermato un attimo, in testa tutto stava precipitando verso la scritta Exit dell'insegna neon in plastica rossa, come quella che trovate negli alberghetti delle città inglesi o irlandesi. Stava piovendo e io bighellonavo cercando un riparo, senza fretta, un passo dopo l'altro, come fossi un funambolo, un equilibrista che metteva un piede dopo l'altro. Una volta avrei sicuramente pensato che sarei caduto. Oggi sarei caduto sicuramente, ma non importava. Unico rischio e prendersi qualche ammaccatura o rimanere in mezzo ad una pozzanghera aspettando che passi la pioggia.
Mi rifugiai dentro ad un Fish&Chips tenuto da un paio di signori, emigrati dalla provincia di Frosinone e stavano lì da parecchio, più di 30 anni. Erano impegnati con altri clienti, vecchi inglesi del quartieri. La figlia la riconobbi, nonostante il grembiule e i capelli raccolti, Cassiopea non poteva essere dimenticata. Aveva ancora quel tatuaggio che partiva dalla spalla destra, passava e avvolgeva il collo per poi scendere su tutto il braccio sinistro. Un ornato che sembrava uscito da un quadro di Rousseau il doganiere. Era stata una Suicide Girl, credo di essermi masturbato un paio di volte sulle sue foto. Non di più. In fondo quelle foto erano troppo lontane per poter essere usate ancora. Mi guardò e capì che sapevo chi fosse. Mi lanciò una sguardo un pò scocciato, ma non troppo quando si accorse che non volevo dire nulla. Mi preparò un merluzzo con una montagna di chips.
Pagai ed uscii fuori.
Passarono pochi minuti e lei si mise acconto a me accendendosi una sigaretta. Prese una boccata lunga poi disperse il fumo nell'aria.
-Dicono che hai smesso di lavorare.
-Chi lo dice?
-La tua socia.
-Lo sto cercando.
-Ti sta cercando anche lui.
Il semforo si mise a lampeggiare sul rosso, la luce si rifletteva in mezzo alle goccie.
-Combina un incontro.
-Quando?
-Quando smette di piovere.
Qui non smette mai.
La guardai a lungo.
-Smetterà.

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