#6Aprile 309 rintocchi

terremoto aquila
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L’AQUILA 11 ANNI DOPO

terremoto aquila

309 rintocchi stanotte. Niente di più. Non serve. Basta l’eco di quel battito che ricorda le 309 vittime del sisma che colpì il capoluogo abruzzese 11 anni fa.
“Questa notte è diversa” ha detto giustamente il sindaco Pierluigi Biondi e come potrebbe non esserlo.
Fanno ancora più riflettere le parole di Stefania Pezzopane, oggi deputato della repubblica, aquilana di nascita, e che è stata presidente della provincia abruzzese che ha detto come quel giorno sono fuggiti tutti dalle case che potevano ucciderli mentre crollavano ed oggi stiamo dentro perché sono la nostra salvezza.

Furono giorno dolorosi che videro il paese però uniti stringersi intorno a quel luogo, ferito sin dalle viscere della sua terra.

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“IL RICORDO E’ IL TESSUTO DELL’IDENTITA'”

Questa è una frase simbolo di un uomo simbolo come è stato Nelson Mandela. Noi ricordiamo e non per “esercizio di stile” come pensa qualcuno, ricordiamo mentre c’è chi si lamenta che non ha prenotato le vacanze di Pasqua e quelle estive – vi giuro che ci sono – mentre molti preparano il loro riposizionamento politico ed affaristico, ricordiamo mentre uomini politici nazionali non avendo più un briciolo di credibilità continuano ad urlare, noi ricordiamo la storia mentre alcuni abusano degli strumenti della tecnologia riempiendola della vacuità dei loro discorsi. Ricordiamo perché siamo persone.

Una piccola nota sarcastica a chi dice “a Milano una cosa del genere non è mai successa”, ipotizzando un complotto di non so quale matrice, consiglio di rileggere il capolavoro manzoniano I Promessi Sposi che racconta la peste del ‘600 proprio a Milano. Anche i milanesi meritano molto di più di certi rappresentanti.
Un consiglio poi visto che siamo tutti sostenitori e partecipanti dell’ #iorestoacasa per la nostra salute e sicurezza: la rete e le tv sono piene di risorse di bellezze – cinema, arte, libri, musica, anche tutorial per la cucina, fitness, lavori a maglia e persino origami – approfittiamone invece di ascoltare complottari in giacca e cravatta e odiatori di professione che inquinano l’anima oltre che l’aria. Usiamo meglio il nostro tempo. Apriamo il cervello e poi potremmo riaprire meglio le case.

Buongiorno e scusate il disturbo.