#3Aprile Fake News e Cacciatori di Fake News

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Le Fake News sono un problema

Ci sono alcuni che dicono che le fake news stanno aumentando, come un virus in crescita esponenziale, e che non si possono fermare! Forse è così. O forse qualcuno se ne è accorto solamente adesso mentre prima c’erano lo stesso. Per non parlare di quelli che in epoca di pandemia hanno aggiornato il loro piccolo vocabolario al punto che, caso strano, trovi sempre una parola: GUERRA (Proprio su questo invito a leggere questo bellissimo articolo di Annamaria Testa).

C’è gente che si crede sempre in guerra con tutto, dalla fila al supermercato, al parcheggio, ai virus – novità nel vocabolario comune – fino alle fake news. Che le informazioni falsate e soprattutto volutamente falsificate siano un problema è innegabile, ma il problema poi assume una dimensione ancora più grande quando aumenta la capacità di diffusione e l’eco che viene data a queste informazioni.

Fake News

C’è chi crede che siamo nella “società dell’informazione”, in realtà quello è oramai uno scenario del passato dove la rivoluzione digitale ha lasciato il passo a quella più social, che dà un’eco enorme ed esponenziale a qualsiasi informazione falsa possa essere diffusa. Ricordiamo che in un pomeriggio, dopo che si era saputo che Carlo d’Inghilterra era positivo al Covid-19, sono state diffuse le notizie sulla sua morte e su quella di sua padre Filippo d’Edimbrugo! In questo momento i membri della famiglia Windsor, i reali inglesi stanno bene e Carlo è addirittura guarito. Tempra forte.

Cosa fare?

Non siamo indifesi contro le Fake News, soprattutto se usiamo quella cosa che abbiamo sopra le spalle, si proprio la testa. Certo a dirlo non dovrei essere io visto che la mia è un po’ danneggiata e con una bella cicatrice, ma nonostante tutto cerco ancora di usarla.
Su questo tema spesso mi sono trovato a dialogare con un amico, Walter Quattrociocchi, capo del Laboratory of Data and Complexity alla’Università di Ca’ Foscari a Venezia, e professore associato in Computer Science. Proprio a Febbraio in un’intervista al TGR Veneto aveva dato alcuni consigli:

Walter Quattrociocchi – Difendersi dalle Fake News

Consiglio anche il suo ottimo libro scritto con Antonella Vicini, Misinformation – Guida alla Società delll’Informazione e della Credulità, nella pagina del link troverete anche molti articoli che trattano il tema molto delicato della post-verità, un tema che dovrebbe esserci sempre caro e non solo in questo momento.
Se poi il libro vi interessa davvero allora potete leggerne una corposa anteprima seguendo questo link.  In questo modo non solo vi sarete difesi dalle Fake News ma avrete anche contribuito alla campagna #iorestoacasa! E poi dicono che i social fanno male 🙂

Spacciatore e Cacciatori di Fake News. E poi?

Per introdurre quest’ultimo paragrafo mi viene in mente una citazione del grande filosofo francese Jean Baudrillard, uomo che davvero ha affrontato ed esplorato la complessità dei nostri tempi:

L’informazione può dirci tutto. Ha tutte le risposte. Ma sono risposte a domande che non abbiamo mai posto, e che certamente non si pongono nemmeno.

La cronaca ci ha raccontato di come esistono persone, gruppi ed organizzazioni che delle fake news hanno fatto un “lavoro”, anzi “lavoretto” per usare un eufermismo. Poi esistono anche i cacciatori di fake news che attraverso il lavoro del fact checking smontano le bufale in circolazione, e ce ne sono tante.
Esiste un’altra categoria, sorta da poco, sulla scia della caccia alle fake news: quelli che ti dicono cosa leggere. Gente che organizza delle piccole rassegne stampa che per loro sono una sorta di verità, di verbo, soprattutto per quello che riguarda il discorso epidemiologico. Mi sono trovato a leggere articoli sugli errori della sanità italiana in titolate riviste di economie made in USA – naturalmente prima che diventassero il paese più colpito del pianeta – e che invocavano l’impiego di una catena di comando militare!

Oltre la cassetta degli attrezzi

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Chi ha un po’ di dimestichezza col metodo scientifico sa che raccontare un fenomeno nel momento in cui avviene non significa trarre delle conclusioni. Anzi è un errore! Banalmente potrei dire che se metto una torta in forno e la assaggio a metà cottura non potrò assaggiarla e gridare indignato “FA SCHIFO”!
Chiedo scusa a tutta la comunità scientifica del pianeta terra, però spero di aver fatto capire il senso di quello che succede, cioè che ci sono persone che per ragioni di proprio riposizionamento cercano di cavalcare l’onda delle Fake News per magari accreditarsi a gruppi politici ed economici quando la quarantena finirà.
Alcuni pensano che magari invece dovremmo essere grati a queste persone che fanno un servizio per noi, che intendono aiutarci. Forse è così, ma io la penso come Chuck Palahniuk, scrittore americano, diventato famoso in tutto il mondo per i suoi romanzi tra cui il celeberrimo Fight Club, proprio quello da cui hanno fatto il film:

Per avere in mano la propria vita, si deve controllare la quantità e il tipo di messaggi a cui si è esposti.

A me piace avere una cassetta degli attrezzi completa, con degli attrezzi che conosco e posso usare, compreso anche un paio d’occhiali buono. Soprattutto mi piace essere io a scegliere quello che leggo, comprese le istruzioni di questi attrezzi. Anche sbagliando, perché sbagliando s’impara. Scegliendo pure.
Pensate a quello che diceva Gianni Rodari, il grande maestro di Omegna, uno di quegli italiani di cui essere sempre fieri:

Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio, la torre di Pisa.

Buongiorno e Scusate il disturbo