#27Marzo Fiore da Combattimento

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Ricordare se stessi e ricordare la storia

labirinto

So che ultimamente è andata in onda una fiction italiana che riguarda un medico che ha perso la memoria, che ha avuto un’amnesia. Nonostante io sia uno sceneggiatore e scriva anche di serie tv quelle sono cose che evito perché è un argomento che mi tocca personalmente.

Dalla rimozione del tumore ad oggi io ho sicuramente fatto grandi passi in avanti, prima di tutto perché sono ancora vivo e le quotazioni non erano a mio favore come direbbero gli incalliti giocatori di cavalli agli ippodromi, perché cammino, parlo e faccio quasi tutto. Quasi. Un termine dove passo moltissimo.
Ho affrontato il fatto di non ricordare moltissime parti del mio passato, anni interi, persone, episodi e tanto altro. Pensare che una volta la mia memoria era ottima. Lentamente ricostruisco, cerco, scovo, come fossi una sorta di minatore in una cava o di Teseo perso nel labirinto che cerca la sua Arianna e deve stare attento al Minotauro. In realtà io in questa similitudine con l’antico mito sono il giocatore ed il campo da gioco.

Quando il giardino della memoria inizia a inaridire, si accudiscono le ultime piante e le ultime rose rimaste con un affetto ancora maggiore. Per non farle avvizzire, le bagno e le accarezzo dalla mattina alla sera: ricordo, ricordo, in modo da non dimenticare.
Dice bene questa frase di Pamuk, capisco perché è il romanziere turco è fra i miei preferiti.
E lo dice ancora meglio il grande poeta argentino Borges:
Noi siamo la nostra memoria,
noi siamo questo museo chimerico di forme inconstanti,
questo mucchio di specchi rotti.

Sto iniziando a studiare dei testi scientifici su come funziona la memoria e ho scoperto che è veramente qualcosa complesso ed incredibile. Noi la diamo troppo per scontato.
Potrei raccontarvi quanto è frustrante e doloroso guardare qualcosa in tv o anche solo una foto, dire di volerci andare e poi venire a sapere che ci sei già stato e non moltissimo tempo, solamente che non ne hai alcuni ricordo. E questo è solo un esempio minuscolo di quello che può voler dire questo processo visto che ho dovuto rimparare a camminare e parlare.
Proust che della memoria e del tempo è l’archetipo del viaggiatore e del ricercatore ha scritto:
Troviamo di tutto nella nostra memoria: è una specie di farmacia, di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso, ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso.

Sta succedendo anche a me: un giorno trovo una medicina, un giorno un veleno. Dipende. Perché lo faccio? Perché quello che ho perso è specialmente la memoria emotiva. Quando voi pensate all’infanzia e magari ricordate i vostri nonni, o i regali di natale, le vacanze estive, li associate a delle emozioni. Io no. Anche se ricordo i fatti le emozioni non ci sono.
Qualcuno dirà che sono fortunato visto che nella vita si provano anche immensi dolori! Le emozioni sono il cemento con cui siamo costruiti, sono quelle che ci tiene insieme come persone, come potrei essere fortunato. Io sono quelle che sono grazie alle mie emozioni, anche se le ho perdute!

Il poeta russo Iosif Brodskij ha scritto:

La memoria assomiglia essenzialmente a una biblioteca dove regna il disordine alfabetico e dove non esiste l’opera completa di nessuno.

Mi rendo conto che questo è foglietto più personale che abbia mai scritto da quando ho iniziato, chiamandola foglietti proprio per dare l’idea di quelle cose che ci ritroviamo in tasca e non sappiamo neanche noi quando li abbiamo fatti e scritti.

Sul web googlando il mio nome ho trovato una poesia che ho pubblicato quasi nove anni fa, qualche mese prima di conoscere una donna straordinaria che oggi è mia moglie, la mia socia di vita, amore ed affari.
La poesia è questa:

Perché hai capito che al posto del cuore
hai un fiore da combattimento,
che hai curato dalle ferite delle battaglie,
che ha messo radici,
che è felice al suono del vento e al profumo dei tigli
nella primavera che è arrivata e nelle migliaia che arriveranno
nel destino del mondo
anche se noi non saremo più.
fiore
Succede a volte che in questa ricerca trovi dolori profondi, che tengo per me perché sono anche molto complessi da raccontare e leggere anche certi affermazioni fatte da altri sul fatto che io sfrutti il mio dolore ed il mio vissuto per farmi pubblicità mi fa male. Ringrazio quelli che mi sostengono e mi dicono di non dargli retta, è difficile non dare retta a chi entra nella carne viva di una ferita!
Eppure vado avanti perché ho scelto io di mostrare quella ferita e nonostante faccia male spero che magari quello shock risvegli qualcosa e mi faccia imparare qualcosa per il futuro.
Io non cerco il passato per nostalgia, io lo cerco per dare acqua a questo fiore da combattimento, che comunque continua a crescere anche nel deserto.
I foglietti sono stati un buon sistema. Nelle mie tasche ho trovato molte cose.
Vediamo che strumento inventerò ancora.

Buongiorno e Scusate il disturbo