#26luglio A che serve studiare?

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Lo studio è stato per me il rimedio principale contro i travagli della vita; non avendo io mai avuto un dispiacere che non mi sia passato dopo un’ora di lettura.
(Charles-Louis de Montesquieu)

Cinque sono i gradi per giungere alla saggezza: tacere, ascoltare, ricordare, agire, studiare.
(Proverbio arabo)

Lo studio e, in generale, la ricerca della verità e della bellezza sono una sfera di attività nella quale ci è consentito di rimanere bambini per tutta la vita.
(Albert Einstein)

Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: allegria, studio, pietà. È questo il grande programma, il quale praticando, tu potrai vivere felice, e fare molto bene all’anima tua.
(Don Bosco)

Sì come il mangiare sanza voglia fia dannosa alla salute, così lo studio sanza desiderio guasta la memoria e non ritien cosa ch’ella pigli.
(Leonardo da Vinci)

Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza.
(Antonio Gramsci)

Uno studioso al microscopio vede molto più di noi. Ma c’è un momento, un punto, in cui anch’egli deve fermarsi. Ebbene, è a quel punto che per me comincia la poesia.
(René Magritte)

Lo studio è la migliore previdenza per la vecchiaia.
(Aristotele)

Sognavo di poter un giorno fondare una scuola in cui si potesse apprendere senza annoiarsi, e si fosse stimolati a porre dei problemi e a discuterli; una scuola in cui non si dovessero sentire risposte non sollecitate a domande non poste; in cui non si dovesse studiare al fine di superare gli esami.
(Karl Popper)

Studiare senza riflettere è inutile. Riflettere senza studiare è pericoloso.
(Confucio)

Ho radunato qui alcuni citazioni intorno al tema dello studio. Ne ho trovato di diverse epoche, pensiero politico, cultura e geografia. Desolato di non essere stato in grado di trovare contributi di donne autorevoli, ma sono certo che ne esistano e credo che con un po’ più di tempo ed attenzione avrei sopperito a questa mancanza.

Recentemente sui miei canali social ho diffuso informazioni e riflessioni sul fatto che l’Italia è il penultimo paese in tutta l’Europa per numero di laureati. Tutta l’Europa non solo i membri dell’Unione Europea. Poi ho trovato la notizia inerente a questa foto qui in basso.

Qui siamo in Afghanistan . Queste donne stanno svolgendo la prova di ingresso all’università all’aperto rispettando tutte le misure di sicurezza dovute alla pandemia Covid 19.

Hanno proposto loro di farla così perché non c’erano locali chiusi ed attrezzati abbastanza grandi da contenerle. Sono tutte donne.
Adesso a quelli che dicevano che le condizioni di studio in Italia sono difficili, vorrei chiedere se in Afghanistan secondo loro sono più facili.

La verità è che lì al di là delle difficoltà lo studio è visto come un modo di avanzamento personale e sociale, mentre da noi come una perdita di tempo, una cosa inutile se non peggio.

Ho ricevuto molte risposte e la cosa che ho notato è che si sta perdendo il significato dello studio come progresso personale e sociale, mentre è radicato quello dello studio per lavorare. Mi chiedo allora: se uno avesse un reddito sufficiente varrebbe la pena studiare? Se uno avesse la possibilità di un rendita dalla nascita alla morte perché imparare a leggere, scrivere e tutto il resto? Ne varrebbe la pena? E ancora mi viene da chiedere: quali sono le cose importanti?
Capisco che possa sembrare una provocazione, ma la logica è la stessa: a cosa serve lo studio? Io, personalmente, credo studiare significhi molto di più che migliorare la posizione economica all’interno di un panorama sociale determinato dal mercato del lavoro. Senza studiare non saremmo capace neanche di capire quando andare dal medico e soprattutto non avremmo medici! Non avremmo la musica e tutto il resto delle arti.
Ho sempre amato studiare, lo confesso. Mi piaceva al di là della scuola. Mi piace anche adesso, nonostante la mia malattia mi abbia inibito delle possibilità intellettuali per questa pratica. Eppure sento sempre il bisogno di capire e comprendere le cose che vedo. Sono convinto che quelle donne afgane amino lo studio non solo per un’affermazione sociale ma per capire come funziona e come cambiare il loro mondo. Questo per me significa essere umani. Credo di non essere solo nel mio paese che ha dato moltissimi talenti allo studio nella sua storia, ma anche se così fosse al massimo imparerò un’altra lingua per conversare con delle donne “studiose”.
Buona Domenica e Scusate il Disturbo