#22Aprile Società di Genere, ma che genere di società vogliamo?

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SOCIETA’ MASCHILE, MASCHILISTA O MASCHIALE?

Sembra oramai certa la data di uscita dal lockdown per il 4 maggio, anche se poi sarà differenziata da regione a regione in base a quelle che sono le stime dei punti di “zero contagi” elaborati dalla task force del Ministero della Salute sotto la guida si Arcuri, che vede la Lombardia del presidente mascherinato Fontana all’ultimo posto (si ipotizza il 27 giugno). E’ stata istituità una commissione che studi le regole per governare la famosa Fase 2. Naturalmente qualcuno ha già strillato dalle sue dirette social e Facebook – gli stessi che si scagliano contro il 5G – dicendo che questo governo non prende mai una decisione. Il primo presidente della Repubblica Italiana, l’economista liberale Luigi Einaudi, in una delle sue “Prediche Inutili”, così lui stesso volle chiamare i suoi discorsi sul governare in Italia, ci dava una lezione fondamentale:

Conoscere, Discutere, Deliberare.

E’ una lezione valida tutt’oggi, quindi non mi stupisce che si chiami a raccolta chi è competente per valutare i problemi e trovare soluzioni. Piuttosto mi stupisce un’altra cosa che ho trovato nell’articolo di Barbara Stefanelli del Corriere della Sera: gli esperti sono tutti maschi. Se lo chiede la giornalista ironicamente e ha ragione visto che non c’è nessuna componente femminile all’interno di questa task force. Ci sono varie ordini di obiezione a questa scelta.
Prima di tutto perché la saggezza dovrebbe essere appannaggio di un genere penso che non sta in nessun testo di biologia o psicologia – forse in quello dove studiano gli elettori di Salvini e della Meloni. La storia scientifica ed il presente ci mostrano fulgidi esempi di scienziate in ogni campo. La rappresentanza di genere è qualcosa che dovrebbe vedersi in ogni situazione, specie nei frangenti più delicati. Capisco che molti vedano il meccanismo delle quote come desueto o addirittura causa di danni, ma come discorrevo ieri con la giornalista Roberta Scorranese da cui avevo appreso la notizia, se in un concorso per l’animale più bello del mondo la giuria è composta da soli cani mentre tu sei un gatto, anche se sei il più bello dell’universo non so quali saranno le tue chance di vittoria.

UNA SOCIETA’ CONDIVISA

In ordine pratico la presenza femminile porta un altro punto di vista che è fondamentale. Io capisco che per molti sia difficile da accettare ma il concetto che la “differenza è ricchezza” non è solamente filosofico, ma logico e biologico!
Per esempio sulla questione della famosa Ripartenza abbiamo sempre sentito parlare di attività e fabbriche, mentre le scuole resteranno chiuse. Sottotraccia c’era un venticello che diceva: e mai chi ha figli?
Per alcuni poltici questo venticello si traduceva nel “parcheggio” dei bambini. Invece non è così. Per niente. Per fortuna.
Esistono molti gruppi, comitati ed associazioni che stanno gridando l’importanza che prima di parlare di attività economiche si parla dei ragazzi e dei bambini, del vero tesoro di questo paese, di ogni paese! Un tema che non può essere lasciato solamente alle donne e soprattutto in privato, alla faccia di quella che si chiama genitorialità condivisa.

https://www.facebook.com/papaperscelta/videos/684911652277288/

Questo video sta girando su Facebook, che ho visto in una conversazione in merito a questo tema sul profilo di Mariachiara Montera, mostra come anche in questo paese il tema sia sentita anche nella fase dell’emergenza Covid. Anzi, ora più che mai, perché è il momento di programmare e poi agire! Il discorso sulla genitorialità condivisa è in realtà qualcosa che parla di rappresentazione della società, la nostra società, di Casa Italia, dove dovremmo essere noi a prendere in mano le redini della narrazione non lasciare che qualcuno si arroghi il diritto di farlo per noi.

IMMUNI A COSA?

La questione della app IMMUNI non è secondaria, perché viene strumentalizzata ogni istante. Si sono risvegliati difensori della privacy e della libertà personaggi che poi appoggiano i leader come Orban e Putin, come quelli di Slovenia e Polonia, che stanno approfittando di questa emergenza per cancellare i diritti e anche il diritto all’aborto. Parlano di privacy persone che poi credono all’email di spam che ricevono dove gli fanno i complimenti per aver vinto un premio: dall’ultimo iPhone ad 1milione di euro!
A cosa vogliamo essere immuni? Credo proprio che qualcuno abbia voglia di essere immuni agli altri, alle differenze, al pensiero.
Sono gli stessi che parlano di essere in guerra contro la malattia e che non si prendono decisioni, poi si lamentano quando viene avanzata qualsiasi proposta. Certamente c’è un problema sui diritti, anche io un paio di settimane fa ho riportato l’analisi di esperti costituzionali che hanno spiegato come anche il diritto sia stato contagiato dal virus, ma un punto d’equilibrio va trovato!
Non si può obiettare che un quinto della popolazione non ha internet, quando siamo uno dei paesi del mondo con il più alto tasso di possessione di smartphone (anziani compresi)! Vogliamo dar retta ancora alla litania della “povera gente”, ignoranti e felici, credere che viviamo in una cornice storica simile al Novecento di Bertolucci? Quanto sarebbe comodo e facile pensare che viviamo ancora in una società terriera,e quasi feudale crudele e felice, ma non è affatto così e mi dispiace perché ci vuole credere e che si vuole illudere, mentre questi fantomatici servi della gleba fanno acquisti via internet e si fanno portare la cena dai runner ordinata da un app sul loro smartphone!

CASA ITALIA

Uno studio inglese, citato dal ministro Boccia, dice che se l’Italia non avesse fatto il lockdown si doveva aspettare ad oggi un numero di morti superiore dalle 40.000 alle 60.000 unità. La complessità impone scelte che devono tener conto della composizione stessa del mondo in cui si abita, che non è solo maschile e che non è solamente composto da cattolici di nazionalità italiana eterosessuale e tutti i luoghi comuni possibili che la destra italiana va sbandierando, per poi tradirli al primo angolo. Prima cerchiamo di capire davvero che genere di Casa Italia vogliamo essere.