Turing: bastano le scuse ad un genio?

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Alan Turing

Recentemente ho potuto vedere The Imitation Game, il film dedicato a raccontare le vicende su Alan Turing e del codice Enigma, il modo in cui le forze naziste riuscivano a trasmettere le informazioni militari in maniera assolutamente segreta. Finché non è arrivato un uomo, un inglese, che diede grande impulso al laboratorio di crittoanalisi di Bletchley Park, dove perfezionò molti metodi di decrittazione, compresa la Bomba, la macchina che riusciva a decifrare i codici creati con la macchina Enigma. Senza Turing è gli alleati non avrebbero vinto la guerra. Il film racconta abbastanza bene questa vicenda, ha raccolto 7 nomination per gli Oscar, anche se l’unico che davvero merita è Cumberbatch, per la sua interpretazione di Turing. Tornando proprio al nostro scienziato, cosa credete che gli sia successo dopo la guerra? Onore e gloria? No, sospetto, arresto per omosessualità e l’oblio dopo il suicidio. Solo nel 2009 sono arrivate le scuse ufficiali del governo britannico. 
Il film è basato su una bella biografia, molto vasta, scritta da Andrew Hodges nel 1983, e recentemente aggiornata, dove s’inquadra la personalità dello scienziato e anche la genesi delle sue scoperte. A lui dobbiamo la sistematizzazione del concetto di algortimo, quello di cui oggi si parla tanto, alcune intuizioni sulla meccanica quantistica e l’intelligenza artificiale. Turing è riconosciuto come il padre del computer, ma se chiedete in giro tutti sanno chi è Steve Jobs, mentre la fama dell’inglese è molto più bassa. Fu allievo di Wittgenstein, uno dei filosofi più centrali del ‘900, ma aveva un carattere complesso e sicuramente fuori dagli schemi, per cui non era adatto alla fama. Non solo. Non poté parlare del suo successo sul codice Enigma. La scoperta non fu usata in maniera massiccia ed immediata, il rischio era quello che le forze dell’Asse abbandonassero il codice decifrato e quindi usassero un altro metodo. I servizi segreti e Churchill decisero di essere “parsimoniosi”, questo gli garantì il successo finale.

Alan oltre che un genio era gay, cosa proibita nell’Inghilterra dell’epoca e che gli costò una condanna. Turing però non andò in carcere, ma scelse la castrazione chimica, gli somministrarono un mix di sostanze che ebbero anche un effetto “tossico” su di lui, tra l’altro gli crebbe il seno (ginecomastia), e accentuò una certa tendenza alla paranoia. Si rinchiuse in solitudine, non tralasciando mai i suoi studi, che passarono anche per la neurologia e la fisiologia. Alla fine cadde in depressione e si suicidò. Prese una mela e la cosparse di cianuro di potassio, poi la addentò e la ingoio. Da bambino era stato fortemente attratto dalla favola e poi dal film animato di Biancaneve e i sette nani, per cui scelse questa via per porre fine alla sua esistenza. Un genio che non ha segnato solamente il suo tempo ma ha fatto vedere il futuro. Eppure solamente nel 2009 l’allora primi ministro britannico Gordon Brown rispose alla petizione per le scuse ufficiali, dopo una forte campagna su internet. Brown scrisse:

 Per quelli fra noi che sono nati dopo il 1945, in un’Europa unita, democratica e in pace, è difficile immaginare che il nostro continente fu un tempo teatro del momento più buio dell’umanità. È difficile credere che in tempi ancora alla portata della memoria di chi è ancora vivo oggi, la gente potesse essere così consumata dall’odio – dall’antisemitismo, dall’omofobia, dalla xenofobia e da altri pregiudizi assassini – da far sì che le camere a gas e i crematori diventassero parte del paesaggio europeo tanto quanto le gallerie d’arte e le università e le sale da concerto che avevano contraddistinto la civiltà europea per secoli. […] Così, per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, avresti meritato di meglio. 

Nel gennaio 2013, importanti esponenti del mondo scientifico internazionale, tra cui il premio Nobel per la medicina Paul Nurse, il matematico e cosmologo Stephen Hawking, il matematico Timothy Gowers, il presidente del National Museum of Science, Douglas Gurr, l’astronomo Martin Rees, mandarono una lettera aperta al Primo Ministro britannico David Cameron, intitolata Pardon for Alan Turing, per sollecitare la grazia postuma, appello pubblicato dal Daily Telegraph. Il 24 dicembre 2013 la regina Elisabetta II elargì la grazia postuma per Alan Turing.

E’ vero come dice il detto che “meglio tardi che mai”, ma anche una legge europea contro l’omofobia, adottata poi da ogni paese sarebbe stata una bellissima forma di risarcimento. Alan Turing fa parte di quelle menti illuminate che hanno influenzato fortemente la nostra contemporaneità, come Norbert Wiener, padre della cibernetica e Gregory Bateson, antropologo e anche lui studioso di cibernatica e psicologia, teorico del doppio vincolo e dell’ecologia della mente. Tutti questi geni sono passati anche per la matematica. Una delle cose che non amo del mio paese e questo rifiuto delle scienze fisiche e matematiche. Eppure c’è poesia, e molta, anche lì.