The Post: attori di serie tv al cinema

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Questo articolo è stato scritto prima della consegna degli Academy Award a Los Angeles. Per chi ha riconosciuto questo titolo dirò che non si è sbagliato, né che io ho deciso di cambiare la mission di questo blog, The Post è il film che racconta un pezzo di storia importante del giornalismo americano, e non solo. Diretto da Steven Spielberg, e interpretato da Meryl Streep e Tom Hanks, The Post è uno di quei titoli che ti tirano dentro quando li guardi. Si, c’è profumo di Oscar e non manca molto, neanche mentre scrivo queste righe.

Difficile che Tom Hanks lo prenda al posto di Gary Oldman, in concorso per la sua magistrale interpretazione di Churchill ne L’ora più buia, difficile anche perché è rimasto fuori dalla cinquina ed è davvero un peccato! Sarà dura anche per Spielberg visto che ci sono Paul Thomas Anderson e Christopher Nolan, forse i migliori registi della nuova generazione, rispettivamente con Il filo nascosto e Dunkirk – molto bello – anche se alla fine forse sarà Benicio Del Toro a vincere per La forma dell’acqua. Parliamo di grossi calibri, di registi che hanno davvero mestiere e stile e che forse uno stile lo creano. Sarà dura anche la lotta per per il premio alla migliore interpretazione che si giocherà, a mio avviso fra Meryl Streep e Frances McDormand – la mia preferita – per Tre Manifesti a Ebbing Missouri.
Ma allora perché lo scrivi mi ha chiesto un collega quando gli ho raccontato l’idea? Semplicemente per dimostrare che anche la televisione oramai ha fra i suoi interpreti dei grandi attori! Sapevate che la Streep ha iniziato a recitare nel 1975, ma uno dei primi ruoli importanti è stato in Olocausto, accanto a James Woods, miniserie sullo sterminio nazista degli ebrei? Anche Tom Hanks ha esperienze televisive. Inoltre non so se avete visto chi sono gli altri due attori, Sarah Paulson, musa di Ryan Murphy, che vuol dire American Crime e American Horror Story e Bob Odenkirk, che invece vuol dire Breaking Bad e Better Call Saul,sicuramente fra fra le serie migliori degli ultimi anni. Non solo loro. Ci sono anche Bradley Whitford, passato anche per E.R., Tracy Letts, Matthew Rhys, protagonista di The Americans, Alison Brie, che recitava in Mad Men. Non dimentichiamo la splendida Carrie Coon, un nome importante nelle serie made in Usa, membro importante dei cast di Fargo e Leftovers, di quel geniaccio di Damon Lindeloff, l’uomo che si mise in evidenza con Lost. Ce ne sono parecchi che fanno parte dei cast di prestigiose serie tv, di svariati generi e produzioni. Che significa tutto questo? Che Hollywood, in generale, il cinema non è insensibile alla produzione tv e le guarda, le osserva con attenzione. Usa anche i suoi talenti, visto che uno degli sceneggiatori del film, Josh Berger, aveva scritto anche Il caso Spotlight, film simile per argomento, ma non certo per storia. Con lui Liz Hannah, giovane sceneggiatrice del 1985, che ha scritto un pilota per una serie tv, che però non ha avuto molta fortuna. La tesi che sta portando avanti è che oramai la differenza fra cinema e televisione è tecnica, ma non di qualità, cosa purtroppo che viene comunemente confusa. Un malinteso da chi non ha capito l’evoluzione della serialità televisiva, perché che la tv sia cambiato, nei suoi modi e nei suoi linguaggi, è un dato di fatto. Un cambiamento dovuto a ragioni di spesa, visto che l’acquisto di film è diventato piuttosto oneroso, quindi la scelta è stata investire su prodotti che potessero coinvolgere più spettatori possibili e quindi aumenta la pubblicità e quindi i ricavi. Si crea un indotto anche per gli altri programmi televisivi come talk show, speciali e approfondimenti. Tecnicamente poi la televisione è migliorata tanto nella definizione dei caratteri, nelle luci e nel trattamento del flusso narrativo. Inoltre esistono delle differenze fra i vari paesi e i vari network, anche in Italia, pensate che una produzione Rai è diversa da una Mediaset, per non parlare di Sky o Netflix. Un tema su cui torneremo.