#20Aprile La Pandemia e la Cipolla della Percezione

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“MA QUANDO CAZZO FINISCE STA COSA?!?!”

Il titolo del Foglietto di oggi è una delle espressioni che ogni tanto incontriamo nella piazza dei social, oggi sempre più frequentata, quasi sovraffollata (naturalmente il 5G potrebbe essere uno strumento per allargarlo ma è visto come fosse un gatto nero di venerdì 17 nell’epoca del progresso e della civiltà tecnologica).
Comunque questo commento viene fatto come inciso quando si viene a sapere della scomparsa o della patologia da Covid19 di una persona che si conosce abbastanza direttamente.


Il primo impatto che ho quando leggo queste cose è di fastidio, perché non stiamo parlando né di un campionato sportivo (io francamente mi chiedo se sia così necessario far ripartire quello di calcio) né di una stagione televisiva. Mi sembra che le notizie che passano sui giornali siano davvero la colonna sonora o il sottofondo fra un boccone e l’altro della cena. Ebola, guerra nella ex-Iugoslavia o in Siria, migranti che affogano nel Mediterraneo e tutto il resto. E’ un impressione che per un po’ mi resta attaccata addosso, però poi capisco una cosa. Si tratta di una cipolla. Il mio fastidio è solo lo strato superiore, la buccia. Chi sa almeno i rudimenti base della cucina sa che i primi strati di una cipolla li devi scartare, per arrivare al centro, al frutto.
Dentro questo commento c’è la percezione del tempo, del nostro tempo.

NOI ED ALICE

Lewis Carrol nel suo meraviglioso Alice nel paese delle meraviglie, ancora devo capire perché viene considerato da molti un libro per soli bambini, scrive queste due righe di dialogo:

Alice: “Per quanto tempo è per sempre?”
Bianconiglio: “A volte, solo un secondo”.

Siamo abituati alla bella versione Disney di questo capolavoro eppure io vi invito a rileggere il testo originale. Molti anni fa io ne vedi una riproposizione dell’adattamento teatrale realizzata dal grande regista Giancarlo Nanni ed interpretato da Manuela Kustermann. L’adattamento fu realizzato per la prima volta negli anni ’70 e portò tutto il gruppo di Nanni al vertice dell’avanguardia teatrale europea.
Il problema è che noi pensiamo che quella viviamo sia la realtà, l’unica realtà, non possibile, ma esistente!
Quanto sarebbe bello se ci si potesse intrattenere sui legami fra la scienza e la poesia che sono profondissimi, ma purtroppo la divulgazione ha fatto in modo che si identifichi la tecnologia con la scienza.

L’ILLUSIONE DI UNA REALTA’ UNICA ED IL CORAGGIO DELL’IMMAGINAZIONE

La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente.

Questa frase di Albert Einstein, un fisico, uno scienziato, ma se provi a dire che era un filosofo molti non capiscono, anzi non vedono il legame.

Noi prendiamo una manciata di sabbia dal panorama infinito delle percezioni e la chiamiamo mondo.

Robert Pirsig è stato un grande scrittore che si è interrogato sul senso del tempo e del reale. A leggere le due frasi si possono vedere infinite connessioni. A me sembra che in tutto questo periodo sia stato reso un brutto servizio alle scienze, medicina compresa. Si creda che risolvere i problemi sia come portare il proprio smartphone in assistenza quando non funziona. Facciamo l’aggiornamento, cambiamo i pezzi, al limite lo sostituiamo. Non funziona così. La scienza è prima di tutto pensiero e senza quello all’inizio non si risolvono i problemi.
La colpevolizzazione dei medici da parte di alcuni formazioni politiche, chissà perché sempre quelle legate alle destra, è utilizzata come metodo per prendere gradimento.

Luigi Einaudi, economista, liberale vero, primo presidente della Repubblica Italiana, in una raccolta di scritti che lui stesso chiamò Prediche Inutili, ci ha lasciato un insegnamento importante:

“Prima conoscere, poi discutere, poi deliberare”

Io stento a vedere in molti rappresentati il primo passo, cioè la conoscenza, e vedo scambiata la gazzarra con la discussione. Anche da parte delle persone che non possono lamentarsi dei programmi televisivi come quello di Giletti, andato ieri sera (grazie Twitter che mi risparmi di vedere certe cose) e poi continuare però a vederli ogni volta. Cambiare le nostre abitudini significa cambiare la nostra percezione delle cose.

 

Fai della tua vita un sogno, e di un sogno, una realtà.

Così diceva l’aviatore Antoine de Saint-Exupéry, autore de Il Piccolo Principe, sicuramente molto più vicino alla scienza di molto tecnocrati. L’immaginazione, la capacità di pensare fuori dagli schemi, di cambiare le nostre abitudini, saranno la vera arma in più per il nostro futuro! Di certo non saranno i discorsi dei novax, degli anti5G, dei complottari e di tutti i nemici del pensiero e soprattutto dell’immaginazione.