La ciotia e i meme

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La ciotia e i meme

Che cos'è la ciotia? Con questo termine, d'antica origine rossanese-cosentina, ma diciamo calabrese, appreso dalle mie frequentazioni, s'intende qualcosa di stupido, una sorta d'idiozia senza coscienza, anzi, a volte con la presunzione di essere il contrario, di realizzare qualcosa di intelligente.

 

CIOTIA VS SMART

Alcuni esempi? Beh, tutte le opere letterare di Marra, o alcune strategie del Pd, certo anche certi discorsi di Grillo, tipo quando parla di open source mostrando l'iPad. Ma la Ciotia è pervasiva, sta intorno a noi, a volte anche noi abbiamo dei comportamenti cioti. Non uso il termine idiota, perchè c'è qualcosa di divertente nella ciotia, fa ridere, diciamo che ha un carattere leggero, soprattutto per la presunzione di non esserlo. Vi consiglio anche di dare un'occhiata a Google.

 

Questa premessa era necessaria per parlare di quello che ho visto ieri. Tornavo dal Salone del Libro di Torino e con Mita decidiamo di fermarci a Pisa, per pranzo e un giro in città. Piazza dei Miracoli, con quel gran bel trittico di monumenti e piena di turisti, soprattutto, al 70% asiatici. Non più solo giapponesi e cinesi, ma indonesiani, indiani, filippini, taiwanesi e di molti altri paesi che prima si conoscevano solo sulla carta geografica. 
Sono riuscito a fare una foto con la smartphone che dà il senso, anzi il simulacro di quello che ho visto.

 

La ciotia e i meme

La donna nella foto, di fronte al Battistero, viene fotografata nell'atto di sorreggere qualcosa, in lontananza c'è la Torre di Pisa. Una classica foto, ciota, che chi è andato in gita scolastica nella città toscana ha fatto. E' lontana dal monumento e questa scelta non viene realizzata per esigenze di prospettive, ma perchè il resto dei posti era occupato! C'erano circa cinquanta persone che stava realizzando quello stesso tipo di foto, soprattutto con smartphone. I due in piedi stanno aspettando il loro turno. Chi osava di più si metteva sopra le colonnine, purtroppo non son riuscito a fotografare due giapponesi che sembravano usciti dagli uffici di una zaibatsu nipponica. Era un lunga fila. Se guardate bene loro non stanno facendo una foto, ma stanno realizzando un meme! Oramai la maggior parte delle persone, che vive in un contesto digitale, anche nella vita reale riporta queste abitudini.
Poco fa discutevo su Facebook con un paio di amici, Vincenzo e Adriano, di come Twitter riduca il ragionamento ad una logica digitale, binaria, pro-contro, obbligando ad uno schieramento immediato, perché 140 caratteri non ti permettono molto sfumature. Si perde complessità, quasi un delitto in una panorama che invece diventa sempre più complesso, ma non si tratta più di leggere, né di vedere. Noi guardiamo e lo facciamo sempre più in fretta.
Le polemiche delle scorse settimane sull'uscita di Mentana sono veramente inutili. Un giornalista se ne va da un social? E allora? Se non ci stare è un suo problema. Tutti segnaliamo che il linguaggio sta cambiando ma non facciamo gli sdegnati, anche perché non abbiamo collezionati brutte figure in onda e fuori onda, online e offline. Dal capodanno con la moglie, alla gestione della strage nella scuola di Brindisi, al calabrese in giacca e cravatta, fino alla falsa morte di Fabri Fibra, scritta da un assistente "burlone" che avrebbe prelevato il suo smartphone. Poi, lo stesso Mentana attaccava, via Facebook, la questione dell'anonimato in rete, dimostrando pressapochismo e impreparazione, che purtroppo pare essere il nuovo corso de LA7.
La ciotia dilaga. Come i cinquestelle con la Gabanelli, prima designata candidata per la Presidenza della Repubblica, poi attaccata per aver fatto una puntata di Report su Grillo e i soldi del Blog e della campagna. Non manca all'appello il PD, che sembra aver fatto della ciotia la sua ragione politica, riproponendo un ddl per impedire ai movimenti di candidarsi alle elezioni.
Il problema di fondo è che non stiamo agendo, stiamo solo guardando. E non stiamo più pensando.