Il Dalai Lama, Varese e Milano

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Il Dalai Lama, Varese e Milano

Non so se vi ricordate la faccenda del Dalai Lama e del comune di Milano, quando Pisapia, il sindaco arancione, quello della "rivoluzion-aria" zona senza traffico, quello che dovrebbe fare l'Expo. Bene, Pisapia aveva dichiarato di voler concedere la cittadinanza onorararia meneghina a sua santità il Dalai Lama. Un bel gesto, soprattutto perchè oltre ad essere la guida spirituale dei buddisti e una grande personalità, Tenzin Gyatso è anche il rappresentante dei tibetani, gli abitanti della ragione che vive una repressione da parte della Cina. Quindi tutti a dire "Bravo Pisapia". Poi il dietrofront. O meglio il dietrofront mascherato. Perchè l'assemblea comunale del capoluogo lombardo non discusse più l'ordine del giorno, ma addirittura disse che voleva concedere un omaggio molto più alto al Dalai Lama, ma nessuno ha capito quale fosse, visto che tutto è finito nel dimenticatoio. In realtà furono le pressioni e gli interessi cinesi sull'Expo a far saltare tutto.
A questo proposito mi ricordo un gran bel post di Giovanni Scrofani, amico, sodale e animatore del progetto dadaista Gilda 35 che svelava l'ipocrita arcano.

Ci ritorno sopra dopo aver letto oggi che Varese ha discusso e votato la mozione che concede la cittadinanza del capoluogo, sempre lombardo, a sua santità. Ha tutto il sapore dello sgarbo e della vendetta, vista che la mozione è di matrice leghista e la motivazione è questa: "in nome della non violenza e dell'autodeterminazione dei popoli".
Insomma qualunque sia la motivazione è comnque un bel gesto, anche se è una strumentalizzazione, ma quello che ne esce male, proprio male, è il sindaco di Milano. Buon Natale comunque.