Daredevil 2: da serie a franchise

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Lo ribadisco: Daredevil, la serie di Netflix sul diavolo rosso di Hell’s Kitchen dovrebbe avere un nome diverso. Non solo perché ci sono più protagonisti, quelli anche nella prima, ma perché oramai si sta creando un proprio universo che darà vita ad altre serie di eroi: un franchise. E’ la strategia di Netflix e del suo accordo con la Marvel e per le serie tv potrebbe essere più fruttuose di quello che la Marvel sta facendo da sola o con altri operatori, ma di questo parleremo più avanti. Stavolta il creatore/produttore Drew Goddard ha fatto un grosso lavoro, forse mettendo troppa carne al fuoco, però ha avuto il coraggio di osare. Qui ci sono 13 puntate per tre eroi.

 

Primo trailer in cui entriamo in contatto con The Punisher, cioè John Bernthal, proveniente dalle prime stagioni di The Walking Dead.

Frank Castle è un bel personaggio, un uomo che ha sofferto e che ha trasformato la sua vita in una ricerca assidua e tenace di vendetta. Così Frank è diventato il Punitore, una macchina assassina che vuole uccidere i criminali con ogni mezzo, anche oltre, non importa neanche chi ci finisce in mezzo. Lui insieme a Devil sono i protagonisti della prima parte di questa seconda stagione, bella, ma con una puntata che personalmente non mi è piaciuta affatto. E’ un discorso personale, ma la terza puntata mette in luce tutto il moralismo di Matt Murdock, pesantemente proveniente dalla sua religione cattolica. Anche il sacerdote suo amico sembra meno legato a certe istanze. Poi la cosa dirada ma in questa stagione il cattolicesimo dell’avvocato gioca un ruolo forte, tanto che Daredevil è il più cattolico di tutto il Marvel Cinematic Universe. La sua guerra è una missione religiosa, ma non improntata al perdono, quanto al castigo, basta però che non si uccida. Più che san Francesco si avvicina a Torquemada.
Punisher è invece interessante, soprattutto perché è al centro di una cospirazione dove c’è di mezzo l’esercito e gli ex reduci di Iraq e Afganistan. Francamente credo che meriterebbe una sua serie e non è detto che non ci sarà, visto quello che è successo a Jessica Jones e a Luke Cage. Quest’ultimo inoltre avrà la presenza di Claire Temple, l’infermiera interpretata da Rosario Dawson che appare in questa stagione del diavolo, in tempo per lasciare New York.

Trailer della seconda parte della nuova stagione. La grande novità è il personaggio di Elektra Natchios, interpretata da Elodie Yung, la peggior ex fidanzata che un supereroe possa avere, così l’ha definita Doug Petrie, uno degli autori. Bella? E’ dir poco, visto che sono fascino e mistero gli ingredienti di questa eroina ricca e di origine greca che viene dal passato di Matt Murdock, non temete verrà spiegato abbastanza di lei, soprattutto visto che entrambi hanno avuto lo stesso maestro: Stick. Scott Glenn ritorna, sempre cieco, ma stavolta concentrato su una forza di impatto asiatica. Si innesca qui una parte della storia veramente molto bella, con un finale particolare, a me è piaciuto ma non a tutti. Elektra merita una serie da protagonista, con tutti gli annessi e connessi. Le scene di battaglie con la katana sono sensazionali.

Questo è il trailer finale.

Non poteva mancare, perché ci sono dei personaggi che ritornano in questa seconda stagione, alla fine molto più matura e intensa della prima. Wilson Fisk, sempre un grande Vincent D’Onofrio, elefantiaco sia per la mole ma anche per il modo di stare in primo piano di fronte alla macchina da presa, Karen Page la segretaria bionda dello studio legale Murdock-Nelson, che sembra finalmente coronare la sua voglia di amore con l’avvocato Murdock, ma le sue ambizioni la porteranno a cercare la verità e la sincerità, qualcosa che il diavolo di Hell’s Kitchen non può darle. C’è sempre Foggy, che entra anche in contrasto con l’amico di sempre, il migliore amico di sempre, ma ha le sue ragioni, soprattutto perché la comunicazione fra i due diventa scarsa. Anche tutto questo rende questa stagione ottima, nonostante i suoi difetti. Fra l’altro Foggy accetterà di andare a lavorare per lo studio di Jeri Hogarth, Carrie Ann Moss, lo stesso avvocato che aveva sul libro paga Jessica Jones, che ha avuto una storia con Luke Cage, che era amica di…insomma questo si chiama FRANCHISE ed è chiaramente un progetto editoriale industriale definito.
Ne vedremo delle belle? Credo proprio di si.