Coliandro è vivo. E meno male!

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Coliandro

Mentre la domenica si avvia al pranzo e Spotify mi manda una playlist fatta di Battiato, Loretta Goggi, De Gregori, Pearl Jam e molto altro, compreso Love will tear us apart, mi viene in mente che io non parlo mai molto delle serie tv italiane, quella cosa che viene chiamata “fiction”. Sarà che un termine che fa molto Voglia di volare con Gianni Morandi. Però questa settimana è ricominciata una delle mie preferite: L’Ispettore Coliandro

 

Se avete gustato questa clip tratta dalla prima puntata della sesta stagione de L’ispettore Coliandro allora siamo in sintonia, la verità è che i vertici Rai non la amano, hanno sempre messo la scusa dei bassi ascolti per sospenderla o cancellarla, però Coliandro non è morto – come recita in inglese la scritta sul muro. Questo post è un divertissement, perché a me Coliandro diverte, come diverte chi lo fa, dallo scrittore Carlo Lucarelli, ai registi Manetti Bros, fra i pochissimi in Italia ad aver capito la lezione dei generi, dal 2000 con Zora la Vampira, fino a conquistare i festival horror inglesi e del resto d’Europa. Oltre a Giampaolo Morelli, attore napoletano bello e simpatico, c’è un cast ben composto con gente come Paolo Sassanelli, il famoso dottor Oscar di Un medico in famiglia, Max Bruno, regista e sceneggiatore delle commedie italiane più viste negli ultimi anni e a teatro di una collaborazione con Paola Cortellesi. I motivi per guardare questa serie ci sono, infatti viene vista!
Ricordo ad un colloquio con i Marco Manetti, dove mi confido la sua passione per la squadra di football americano dei San Francisco 49ers, mi disse che Coliandro andava bene ma alcuni “personaggi Rai” non erano contenti perché lui e il fratello non avevano inserito nel cast gente raccomandata. Solita vecchia storia. Ma lasciamo stare.

Quello che resta è una serie Rai, molto poco Rai e anche poco italiana, scritta con ironia e girata bene, non aspettatevi virtuosismi, ma sicuramente episodi che oltre alla trama simpatica vi strapperanno più di qualche risata. Potrete anche vedere vecchio conoscenze del piccolo schermo come alcuni del cast di quella trasmissione televisiva maledetta che fu Matrjoska e che non andò mai in onda. Un varietà satirico bloccato proprio da Silvio Berlusconi il giorno prima della sua messa in onda nel 1988, si disse che furono quei secondi in cui Moana Pozzi appariva nuda. Io non ne sono proprio convinto. Gli autori del programma, a parte Antonio Ricci, che ne era il regista, erano Lorenzo Beccati, Gino & Michele, Davide Parenti, Max Greggio, i Gemelli Ruggeri, insieme a Gialappa’s Band, Corrado Guzzanti, Matteo Molinari, Adriano Bonfanti, Natalino Buzzone e Riccardo Pangallo. Non dimentichiamo nel cast anche Corrado Guzzanti, la premiata coppia Disegni e Caviglia insieme allo Scrondo. C’era già un sapore di anni ’90! Poi fu mandata in onda L’araba fenice, una versione riveduta e corretta. Io non so se Coliandro potrà generare qualcosa del genere, ma nella tv di stato porta un minimo di innovazione, cosa oramai sempre più rara nel settore pubblico. Non solo televisivo.