Bosch e la città delle ossa

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Nel 2002 Michael Connelly pubblicò La città della Ossa (City of Bones). Protagonista il detective Hieronimus Harry Bosch – come il pittore – poliziotto del distretto di Hollywood, LAPD. Chi ama il thriller e il poliziesco sa che Bosch è il personaggio migliore dei ricorrenti di Connelly, uno dei migliori scrittori sulla scena del poliziesco mondiale. Amazon ha deciso di fare una serie proprio partendo da questo libro. Operazione riuscita, forse una delle migliori da quando il gigante del commercio online ha deciso di entrare nella produzione audiovisiva. Lo stesso Connelly è produttore esecutivo, inoltre direi quanto meno perfetta la scelta di Titus Welliver nei panni del protagonista. E’ stato un successo? Si, tanto che è stata richiesta già una seconda stagione.

 

Già da questo trailer si individuano i temi classici del thriller, soprattutto certe influenze noir che non fanno mai male, anzi arricchiscono. Bosch però non è un personaggio noir tout court, in realtà c’è sempre qualcosa oltre se stesso. E’ un duro? Si. Difficile non esserlo con una madre amorevole, che però fa la prostituta – la sua morta ricorda quello della madre di James Ellroy come lui la racconta ne I miei luoghi oscuri – e dopo gli anni del riformatorio. Poi la guerra e le truppe speciali, poi la polizia. Bosch è uno di quei personaggi fortemente umani, non nel senso classico, ma nella fragilità che possiede e che esprime in una maniera del tutto personale. A sottolineare questo aspetto è il tema musicale dei Caught a Ghost, Can’t Let Go. Non è una frase a caso, visto che nel thriller e ancora di più nel noir l’ossessione è fondamentale.

Non è la prima volta che Connelly vede uno delle sue opere trasposte, ma come lui stesso ha dichiarato “Prima prendevo i soldi e basta”. Con Amazon ha creato un rapporto, visto che era la volta che volevano fare una serie tv su una sua creazione. Così è nato lo sviluppo con Overmyer con cui ha lavorato attivamente, anche sullo script, e poi la scelta sull’attore Titus Welliver. Lui è uno che avrete visto, sicuramente se avete un minimo di frequentazione di audiovisivi made in Usa. Mai protagonista, sembra una maschera, un’antagonista, una spalla, solo che bravo. Molto bravo. Misurato e pronto poi a tirare fuori i ferri del mestiere. Ha raccontato di essersi commosso leggendo il libro, soprattutto leggendo del rapporto fra Bosch e la figlia Maddie, è padre anche lui. L’ex moglie di Bosch è un ex profiler, oggi giocatrice di poker a Las Vegas, dopo tre anni a Hong Kong dove ha conosciuto l’attuale compagno.

Come vedete è un bel puzzle, soprattutto molto adrenalico, visto che abbiamo a che fare da una parte con un cold case, Bosch dopo aver fatto il detective privato tornare in polizia proprio alla sezione cold case, più un serial killer che ingaggia un duello personale con lui. Non mi chiedete di dirvi di più, altrimenti ve lo devo raccontare tutto e non intenzione di farlo. Posso dirvi che faceva parte di una cinquina di titoli che Amazon ha fatto votare ai suoi utenti e fra i cinque c’erano anche Transparent e Mozart in the jungle.

Vi lascio un’intervista comparata a Connelly e Welliver.