Serie tv: donne badass 2

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Bruno Apicella per Io e Orson continua il suo viaggio nelle figure femminili delle serie americane. Il percorso non finisce qui! Infatti andremo avanti con le produzioni europee e italiane. Poi un’escursione nel fantasy e nella fantascienza. State con noi

Il nostro viaggio nei personaggi femminili “badass” che hanno cambiato e stanno cambiando il ruolo della donna nella televisione americana prosegue. E dopo aver analizzato le prime quattro personalità forti nel post precedente (https://www.simonecorami.com/badass/), ora, passiamo a presentare altre donne e altre storie che hanno un ruolo determinante nella televisione.

%image_alt%C’è una serie tv che, secondo molti punti critici, rappresenta il drama per eccellenza. Una serie che sta coinvolgendo ed emozionando molto. Parliamo di The Americans, il drama della Fox, che nel 2017 debutterà con la nuova quinta stagione. E la forza di The Americans è anche merito della sua protagonista Elizabeth Jennings (interpretata da Keri Russell, nella foto). Elizabeth è una donna forte. Tosta. Con un’educazione rigida e un senso della disciplina stoico. È stata addestrata dal Kgb e da una mamma molto remissiva che le hanno insegnato cosa voglia dire la parola sacrificio. Ed è cresciuta odiando il nemico. Un odio che la rende consapevole e orgogliosa della missione da compiere  e che, soprattutto, l’ha resa un soldato. Una macchina pronta a compiere qualsiasi tipo di missione. Siamo negli anni della guerra fredda e la Russia manda agenti dormienti in America per portare avanti attività di spionaggio. Elizabeth viene scelta per la missione poco più che adolescente e viene fatta sposare con Philip e conosce il marito poco prima di partire e iniziare il nuovo viaggio. Di giorno la coppia conduce una vita normale; di notte, però, si trasforma cambia vestiti e torna ad essere Nazedha e Misha. Portando avanti missioni per conto del Direttorato S. Elizabeth quando deve scendere in campo non prova emozioni; è fredda, spietata. La causa viene prima di tutto. La Russia prima di qualsiasi sentimento. Non c’è morale che tenga e non c’è ostacolo che possa impedire la realizzazione della missione. Nemmeno i tradimenti e la sessualità spaventano o creare barriere ma diventano un mezzo per ottenere informazioni e completare la missione.

C’è un episodio che si sviluppa nella prima stagione e che racconta la violenza subita, in maniera terribile, da Elizabeth da giovane. Una violenza che, però, fa parte del suo addestramento e che utilizza per riversare i sentimenti di odio verso il nemico che sono gli Stati Uniti. Elizabeth è rigida e inflessibile anche nell’educazione dei figli e, a differenza, di Philip, fatica ad accettare lo stile di vita più occidentale. E il dolore di Elizabeth viene raccontato in un episodio significativo della terza stagione dove il dolore fisico non è comparabile in alcun modo a quello che attraversa la mente e il cuore della protagonista. C’è la consapevolezza che la coppia possa essere scoperta e questo produrrà effetti devastanti. E il grado di sopportazione del dolore di Elizabeth raggiunge il massimo quando dopo una colluttazione la donna torna a casa con un problema ad un molare. Una scena che racchiude la tensione del momento, la paura, ma anche la consapevolezza che non c’è altra strada da percorrere. Elizabeth sa che non può andare a curare il dente come una persona normale dal dentista. E sarà proprio Philip con una pinza in mano a strappare il dente nella cantina di casa. Nella quarta stagione, però, Elizabeth inizia a subire un’evoluzione. E quale sarà la nuova strada che percorrerà lo scopriremo solo nelle prossime puntate.

Siccome nel nostro “viaggio” parliamo di donne “badass” non possiamo non soffermarci su colei che, negli ultimi dieci anni, ha ridisegnato il concetto di donna nelle serie tv. Shonda Rhimes è stata una pioniera nel dare voce alle donne e nel dare ruoli significati conquistando ascolti, premi e critica. La creatrice di Grey’s Anatomy, negli ultimi anni, ha dato vita a due personaggi significativi: Olivia Pope di Scandal e Annalise Keating di How to get away with murder. Prima di presentare i personaggi occorre, però, fare un’ulteriore riflessione. Il merito di Shonda, donna afroamericana, è stato quello di aver reso protagoniste indiscusse delle serie non solo due donne ma anche due donne afroamericane. E proprio Olivia Pope assieme ad Annalise Keating e alla Cookie Lyon di Empire (ne abbiamo parlato nel post precedente) sono riuscite a raccogliere l’attenzione dello spettatore diventando il cuore pulsante dello show in cui sono protagoniste. Spettacoli che, lo possiamo dire senza paura di essere smentiti, non avrebbero il successo che oggi raccolgono senza la loro presenza.

Olivia Pope (a cui dà il volto Kerry Washington, nella foto sopra) è una solver case. È una donna di potere che è riuscita a crearsi un nome e una reputazione nel mondo di Washington. È brillante nel suo lavoro:  c’è uno scandalo in corsa?Nessun problema Olivia è la sua squadra “di gladiatori in doppio petto” pulisce tutto. Ripulisce l’immagine e trova un nuovo colpevole e soprattutto “manipola” i media. Olivia è una grande organizzatrice. “Non sono mai a corto di opzioni, ricordalo” ripete quando deve lottare per raggiungere il suo obiettivo. Non manca la determinazione ad Olivia che aggiunge sempre: “Alcuni abbaiano. Altri mordono. Io faccio entrambe le cose”.  Olivia è la migliore stratega di campagna elettorale e grazie al suo lavoro il presidente Fitzgerald Grant è diventato l’uomo più potente del mondo. Olivia, però, è anche una donna. E proprio l’amore con Fitz è protagonista delle trame e degli intrighi di Scandal. Il personaggio di Olivia si evolve, cambia. Lei è da sempre una donna che insegue le sue passioni, i suoi sentimenti forte e consapevole anche di non aver avuto i migliori genitori del mondo. Ed è proprio quel senso di normalità che spaventa Olivia. Una parte di Olivia sogna di vivere in un futuro prossimo in una grande casa in Vermont, con Fitz, lasciandosi alle spalle gli intrighi politici e la rincorsa al poter di Washington. Pensando a costruirsi una famiglia, diventare mamma e vivere le sue giornate pensando alla casa e al fare marmellata. Ed è questo futuro roseo e questo senso di normalità che più di tutto spaventa Olivia. Perché Olivia Pope non è fatta per le cose semplici. “Se mi vuoi meritami, non sono la ragazza che il protagonista conquista alla fine del film” ricorda Olivia a Fitz durante l’ennesimo confronto – scontro. Ed è sempre la stratega di Washington a ripetere al “suo” Fitz di non essere fatta per le cose normali: “Non voglio una cosa normale, facile e semplice. Voglio un amore doloroso, difficile, devastante, straordinario, che ti cambia la vita”.  Olivia è un cavallo di razza, un purosangue, che ha lavorato troppo e duramente, ha sacrificato molto e di più per inseguire l’ordinarietà. È nata per gestire il potere. Sa quanto vale e sa che non può reprimere la sua natura. Anche quando arriva alla Casa Bianca la vita simile alla “firts lady” le sta davvero stretta. Come la scelta presa in solitudine di abortire. Prima di buttarsi nell’ennesima avventura elettorale che la porterà a guidare la campagna dell’ex firts…. lady d’America Mellie Grant. Se per Frank Underwood è “la democrazia ad essere sopravvalutata”, per Olivia lo “è la normalità”. E così quando si trova a scegliere, lei “sceglie Olivia”.

%image_alt%Da Olivia Pope passiamo ad un altro personaggio dell’universo di Shonda. Annalise Keating (interpretata dalla pluripremiata Viola Davis) è un’insegnante di diritto penale, nonché avvocato di Philapelphia. Annalise è, forte, il personaggio donna più macchiavellico messo in onda negli ultimi anni nell’universo televisivo. Per Annalise il fine giustifica i mezzi. Va bene qualsiasi cosa pur di vincere la causa e trionfare in tribunale. Non c’è etica o morale che tenga quando deve essere fatto di tutto o di più per salvare e nascondere le tracce dell’ennesimo delitto compiuto dai suoi “Keating 5” . L’ideale, in poche parole, è quello di non mettersi mai mettersi contro Annalise Keating perché chi lo fa rischia di bruciarsi. O compromettersi per sempre.  “Ti sei messa a giocare con la stronza sbagliata” ripete Annalise a chi intralcia il suo cammino. Il grado di sopportazione di Annalise è massimo per ogni cosa. Niente sembra scalfirla: né i tradimenti del marito, né i suoi clienti, né i segreti che nasconde. L’unica che, a volte, riesce a turbarla o a metterla a tacere è la madre: la sola a cui è concesso chiamarla con il suo  vero nome di Anna Mae. Annalise è un personaggio complesso e dietro le parrucche, il vestito, il trucco pesante si nasconde una donna. Una donna che ha sofferto tanto e troppo a causa di uomini che hanno abusato, l’hanno usata e utilizzata come se fosse un oggetto. Simbolica e potente l’immagine in cui Annalise si trova davanti allo specchio e inizia a struccarsi mostrandosi nel suo essere donna: senza alcun trucco o alcuna protezione che possa nasconderla. È questa la scena che è valso l’Emmy come miglior attrice protagonista in un drama, prima attrice afroamericana a vincere la statuetta.

Annalise è forte ma, con l’andare avanti delle puntate, si scopre la verità sul suo passato. Si scopre il rapporto conflittuale con il padre che ha abbandonato la madre e le sorelle quando erano bambine e soprattutto il ruolo dello zio che, sin da adolescente, ha abusato del corpo di Annalise. Un evento atroce. Come la perdita del bambino di Annalise per colpa di tutta una serie di macchinazioni che, ad inizio carriera, l’avevano portata a difendere il figlio di un miliardario dell’Ohio. E a questo dolore va ad aggiungersi il rapporto travagliato con il marito che sarà poi ucciso dai suoi studenti. Un marito che non era certo un santo e che, nel corso degli anni, aveva tradito Annalise con le sue studentesse di Psicologia. Annalise come Olivia non è fatta per la normalità. Potrebbe vivere fino in fondo la sua storia d’amore ma quando si soffre troppo la paura di iniziare un cammino di vita normale spaventa. Più del rischio che le macchinazioni di cui è stata artefice vengano scoperte. Lei ha sempre un piano B. Trova sempre una soluzione ai suoi problemi. E, la sua vita sentimentale, diventa secondaria  rispetto a tutto il resto. Nella terza stagione in corsa, invece, Annalise deve far fronte con i suoi fantasmi e le sue paure. Ma come sappiamo anche questa volta la professoressa Keating proverà “a farla franca”.

Nel proseguire il nostro viaggio possiamo soffermarci su altre due donne “badass”. Due donne normali le cui famiglie si incontrano per puro caso e da  lì tutto cambierà. Negli ultimi due anni abbiamo parlato e abbiamo raccontato le vicende della serie tv The Affair. Uno spaccato sull’attualità, un’analisi psicologica sui rapporti umani e sulla famiglia. The Affair è questo e molto altro. E le protagoniste femminile sono a loro volta antitetiche.

%image_alt%Alison Bailey diventa l’amante dello scrittore in cerca di se stesso dopo aver passato i 40 anni  Noah Sollway e Helene Solloway è la moglie di quest’ultimo che sarà costretta ad affrontare il trauma del divorzio. La particolarità di The Affair è il punto di vista è come si presenta la narrazione: una verità oggettiva non esiste. Esistono le nostre sensazioni. E le sensazioni di Allison (Ruth Wilson, nella foto, già vista e conosciuta in Luther) sono quelle di una ragazza di Montauk con tanti sogni da realizzare. Alison è giovane quando diventa mamma di Gabriel, fa l’infermiera. E il suo lavoro la porta ad aiutare tutto e tutti ma non il suo Gabriel che, a soli 4 anni morirà. Un evento che turba Alison che, a sua volta, sarà costretta a trovare una via per convivere con il suo senso di colpa. Alison tenta il suicidio, si provoca dolore ma all’improvviso qualcosa cambia quando incontra per la prima volta Noah. I due iniziano una relazione clandestina che, però, piano piano diventerà altro. Non possono fare a meno l’uno dell’altro anche se Noah, nel suo nuovo libro, descriverà Allison usando la definizione “lei era il sesso”. Ma le incomprensioni crescono, i dubbi restano e niente è come sembra. I fantasmi del passato ritornano e soprattutto c’è un grande segreto che lega Noah a Alison e ad Helen.

%image_alt%Helen (interpretata da Maura Tierney, nella foto) è la moglie di Noah e se nella prima stagione viene presentata come la moglie newyorchese nata da genitori ricchi e a cui tutto è stato concesso, è nella seconda che l’approfondimento psicologico sul personaggio di Helen emerge in tutta la sua chiarezza. È una madre single con quattro figli da crescere, un lavoro che non la realizza, e i postumi di un tradimento da affrontare. Come rialzarsi quando tutto ciò in cui avevi creduto ti crolla addosso? Come crescere quattro figli sola? Come convivere con questo dolore e questa disperazione? Helena inizierà a dare di matto, ad uscire dagli schemi. Prima di cadere e trovando una via alternativa per non pensare a quel dolore che la sta distruggendo e spegnendo dentro. Non sarà un cammino facile ma Helen troverà la forza di rialzarsi, con le sue gambe, con la dignità e con la consapevolezza che il passato ormai è andato. È inutile girarsi attorno. E che agli errori commessi non si può porre rimedio ma bisogna provare ad affrontare il dolore. Quel dolore che fa parte delle nostre vite. E anche quando tutto sembra perduto, per Helen come per Allison, c’è, sempre, un nuovo cammino da intraprendere. Un nuovo inizio. Una nuova meta. Un futuro che, magari porterà nuovo dolore, ma almeno varrà la pena di essere vissuto a fondo.